Russia, il default è a un passo: «Pagheremo il debito estero in rubli»

Mercati e investitori con il fiato sospeso. Per gli esperti il default ci sarà già ad aprile

Russia, il default è a un passo: «Pagheremo il debito estero in rubli»
Russia, il default è a un passo: «Pagheremo il debito estero in rubli»
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Lunedì 14 Marzo 2022, 17:25

La Russia è sempre più vicina al default del proprio debito pubblico contratto con investitori esteri. Nella giornata in cui è andato in scena il quarto round di colloqui tra Mosca e Kiev, il ministero delle Finanze russo ha dichiarato di aver approvato la procedura temporanea per il rimborso del debito in valuta estera, ma ha avvertito che i pagamenti avverranno in rubli, se le sanzioni impediranno alle banche di onorare i debiti nella valuta di emissione.

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Mercati e investitori stanno col fiato sospeso in attesa di vedere cosa succederà nei prossimi giorni in Russia, dove il Paese, alle prese con un'imminente scadenza di rimborso di titoli di stato, rischia a breve di finire in default.

L'appuntamento clou sarà mercoledì 16 marzo, quando per Mosca scadranno oltre 100 milioni di dollari di pagamenti per cedole di due bond russi: uno in scadenza nel 2023 e uno nel 2043.

E dopo quelle del 16 altre due scadenze si avvicinano: quella del 31 marzo quando Mosca dovrà pagare altri 359 milioni di dollari su un bond al 2030 e il 4 aprile quando scade un'obbligazione da 2 miliardi di dollari.

Come conseguenza delle sanzioni internazionali, Mosca non può più accedere a gran parte delle riserve estere della Banca Centrale e non può finanziarsi sui mercati. Se dunque il governo russo tra due giorni non pagherà i creditori avrà poi a disposizione 30 giorni di tempo per provvedere a rientrare. Ma se non dovesse riuscire a pagare nemmeno dopo questo periodo cuscinetto, scatterebbe l'insolvenza formale.

Con il decreto del ministero Mosca ha deciso che lo Stato potrà ripagare in rubli il debito verso i creditori dei Paesi ostili (tra cui figura anche l'Italia), ovvero quelli che hanno adottato sanzioni nei suoi confronti. In tal caso creditori verrebbero ripagati con la moneta locale presso la cassa di compensazione russa ma i soldi sarebbero a tutti gli effetti bloccati e non disponibili visto che le sanzioni non permetterebbero di cambiarli in dollari o in euro.

E in aggiunta il crollo del rublo potrebbe far svalutare ancora di più quel denaro. Se dunque Putin decidesse effettivamente di ripagare in rubli i propri creditori sarebbe un 'default event' in grado di innescare una crisi finanziaria globale e fallimenti a catena fra istituzioni, aziende, investitori esposti.

Le conseguenze, secondo gli analisti, sono imprevedibili per chi si ritroverà in mano una valuta in caduta libera che non può cambiare in dollari o in euro, e che ulteriori sanzioni minacciano di ridurre a 'carta straccia'.

Per molti osservatori la possibilità di un default di Mosca a questo punto è molto probabile e potrebbe esser decretata ufficialmente già intorno alla metà di aprile. A rischio per la Russia ci sono attualmente circa 310 miliardi di dollari di debiti verso l'estero delle aziende, 75 miliardi di passivo delle banche e 67 miliardi di bond governativi. A questi si applicano infatti le nuove regole ma c'è il potenziale che il problema si allarghi ad altre posizioni debitorie di Mosca, che ha debiti complessivi verso l'estero per poco meno di 500 miliardi

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