Razzismo, Tommie Smith alza di nuovo il pugno come sul podio olimpico di Messico '68: "Terribile, rivivo le stesse sensazioni"

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Lunedì 15 Giugno 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:24
Tommie Smith alza ancora il pugno. Da quel gesto icona mondiale della protesta “black” sul gradino più alto del podio di Città del Messico ‘68, alle grida devastanti negli Stati Uniti e in tutto il mondo per la morte di George Floyd, nulla è cambiato per l’oro olimpico dei 200 ai Giochi disputati nell’anno in cui i giovani infiammavano il mondo con le loro manifestazioni. «Provo le stesse sensazioni di quel giorno, ed è terribile: dobbiamo ancora lottare», ha detto il 76enne olimpionico al New York Times. Cinquantadue anni sono passati tra quel podio consegnato alla storia delle Olimpiadi per la più clamorosa protesta a cinque cerchi, che costò a Smith e a Carlos l’espulsione del team Usa e dal villaggio. «Anche oggi ci sono stati atleti e calciatpri che si sono messi in ginocchio - ha aggiunto Smith, riferendosi alla protesta di Kaepernick che si è inginocchiato all’inno Usa contro le uccisioni dei neri. 
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