«I 263 pazienti coreani recidivi al Covid-19 sarebbero dei falsi positivi»

«I 263 pazienti coreani recidivi al Covid-19 sarebbero dei falsi positivi»
«I 263 pazienti coreani recidivi al Covid-19 sarebbero dei falsi positivi»
di Simone Pierini
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 15:11
La notizia che 263 pazienti coreani guariti dal Covid-19 si fossero riammalati, risultando nuovamente positivi al test, aveva allarmato il mondo. La guarigione ci consegna quella sorta di patentino di immunità? Si chiedono in molti. E se lo chiedono anche tantissimi scienziati che stanno studiando ogni dettaglio di questo coronavirus. Non si hanno risposte chiare e forse ci vorrà ancora del tempo per averne. E anche l'affidabilità dei test sierologici è motivo di dibattito tra virologi e cittadini. Oggi dalla Corea del Sud arriva una nuova notizia. Secondo uno studio effettuato su questi pazienti potenzialmente recidivi al contagio, i test avrebbero dato dei «falsi positivi». O meglio, a rendere positivo il risultato sarebbero stati «dei frammenti di virus morti»

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A darne informazione sono gli esperti di malattie infettive della Corea del Sud, notizia riportata dal The Korea Herald, uno dei tre quotidiani in lingua inglese pubblicati in Corea del Sud, quello con la maggiore tiratura, e dal Korea JoongAng Daily. Oh Myoung-don, che guida il comitato clinico centrale per il controllo delle malattie emergenti, ha dichiarato che i membri del comitato avrebbero trovato «poche ragioni per credere che quei casi possano essere nuove reinfezioni o riattivazioni del Covid-19».

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«I test - ha spiega medico ospedaliero dell'Università nazionale di Seoul Oh Myoung-don - hanno rilevato l'acido ribonucleico del virus morto», aggiungendo che nei «test PCR, o test di reazione a catena della polimerasi, utilizzati per la diagnosi del Covid-19, i materiali genetici del virus si amplificano, sia che provengano da un virus vivo o solo da frammenti di cellule morte che possono prendere mesi per essere eliminate dai pazienti guariti».

«I test PCR - precisa Oh Myoung-don - non sono in grado di distinguere se il virus sia vivo o morto, e questo può portare a falsi positivi». Secondo il National Medical Center sono 263 le persone in Corea che si sono risultate nuovamente positive dopo essere state dichiarate guariti, di cui 17 sono minorenni. 

I risultati del comitato - spiega il The Korea Herald - hanno confermato una precedente valutazione da parte dei Korea Centers for Disease Control and Prevention secondo cui i pazienti recidivi sembravano mostrare poca o nessuna contagiosità. Il KCDC ha citato i risultati di test che non sarebbero riusciti a trovare virus «in vita» nei pazienti guariti. La Corea del Sud martedì ha registrato altri nove casi di infezioni da coronavirus, di cui cinque gravi, facendo salire il totale a 10.761: per undici giorni di fila i contagi si sono attestati a quota 15, secondo i dati del Korea Centers for Disease Control and Prevention.

L'allerta delle autorità sanitaria resta sulle festività che vedono già un weekend lungo iniziare domani con il Compleanno di Buddha, seguito dalla Festa dei Lavoratori del primo maggio e dal Children's Day del 5 maggio. I casi gravi sono saliti a 1.061, mentre i decessi sono cresciuti di altre due unità, a quota 246. I guariti sono aumentati a 8.922, 68 in più rispetto a lunedì. La Corea del Sud sta lavorando al passaggio dal distanziamento sociale alla cosiddetta «quaratena della vita quotidiana», nella prudenza generale sui timori di un'ondata di ritorno di contagi attesa nel corso dell'anno.
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