Nobel per la pace 2021 a due giornalisti: premiati Maria Ressa e Dmitry Muratov. Beffata Greta Thunberg

Nobel per la pace 2021, 'beffata' Greta Thunberg: il premio va a Maria Ressa e Dmitry Muratov
Nobel per la pace 2021, 'beffata' Greta Thunberg: il premio va a Maria Ressa e Dmitry Muratov
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Venerdì 8 Ottobre 2021, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 13:11

Maria Ressa e Dmitry Muratov sono i vincitori del premio Nobel per la pace del 2021. A vincere l'ambito premio sono stati i due giornalisti, come annunciato Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato norvegese per il Nobel. Il Nobel per la pace ai due giornalisti sono stati assegnati «per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è una condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura». 

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Dal 1901 a oggi sono stati assegnati 102 Premi Nobel per la pace.

Da allora sono 17 le donne che hanno ricevuto il premio Nobel per la pace, mentre sono 25 le organizzazioni insignite. Nella storia c'è stato anche un vincitore che ha rifiutato il riconoscimento, il vietnamita Le Duc Tho, nel 1973.  

Ressa: questo premio ci dà forza

«Questo premio ci dà forza per continuare la lotta per la verità» e per «uscire dall'oscurità». Lo ha detto la giornalista filippina Maria Ressa, insignita oggi del Premio Nobel per la pace. A Manila, «il governo non sarà contento, ma la nostra è una battaglia per la verità. E la verità non esiste senza i giornalisti». La libertà di espressione e di stampa, ha aggiunto, riguarda «non solo il futuro delle Filippine, ma le democrazie in tutto il mondo». Nel 2012 Maria Ressa ha fondato Rappler, una digital media company di giornalismo investigativo. Nella motivazione del comitato per il Nobel è stato spiegato che la giornalista ha «usato la libertà di espressione per far luce sull'abuso di potere, l'uso della violenza e il crescente autoritarismo nel suo Paese natale, le Filippine».

Muratov: una pazzia, non me lo aspettavo

«Una pazzia in questo momento, non me lo aspettavo proprio». Così il giornalista Dmitry Muratov, tra i fondatori nel 1993 della Novaya Gazeta, nella prima reazione dopo l'assegnazione del Premio Nobel della Pace. «Sto ridendo. Ho visto una telefonata dalla Norvegia, ma ho pensato che fosse una chiamata indesiderata», ha aggiunto. «Ecco cosa dirò: continueremo a rappresentare il giornalismo russo, che ora viene soppresso. È tutto. Cercheremo di aiutare le persone che ora vengono etichettate come 'agenti stranieri', che vengono attaccate ed espulse dal paese», ha affermato.

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