New York, la statua che riscrive la storia è un omaggio al movimento MeToo: ora è Medusa, stuprata e uccisa, che decapita Perseo

@lucianogarbati Instagram
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di Nico Riva
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Venerdì 16 Ottobre 2020, 18:47

A New York, la Grande Mela, il pomo della discordia oggi è una statua, che ha diviso cittadini e critica. Si tratta di "Medusa con la testa di Perseo", opera d'arte dello scultore italoargentino Luciano Garbati, che ribalta la mitologia e, negli intenti, lancia un messaggio sociopolitico incendiario. L'autore ha infatti dedicato la statua al movimento #MeToo, e da questo martedì Medusa sorge fieramente al Manhattan’s Collect Pond Park, proprio di fronte al tribunale newyorkese che ha condannato per stupro Harvey Weinstein. 

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Alta 2 metri e 10 centimetri, composta d'argilla e rivestita in bronzo, la scultura risale al 2008 e si richiama alla celebre opera del XVI secolo di Benvenuto Cellini "Perseo con la testa di Medusa", esposta in Piazza della Signoria a Firenze. Da martedì 13 ottobre fino all'aprile del 2021, Medusa vivrà in un parco di Manhattan, rivolta verso il New York County Criminal Court, ossia il Tribunale che a marzo di quest'anno ha condannato a 23 anni di carcere l'ex produttore hollywoodiano Harvey Weinstein. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

The official unveiling of #MedusaWithTheHead at Collect Pond park in Manhattan. @mwthproject @vanessasolomonsculpt @laranbronce

Un post condiviso da Luciano Garbati (@lucianogarbati) in data:

La caduta dall'Olimpo di Weinstein, una sorta di semidivinità intoccabile per decenni nel mondo cinematografico statunitense, è dovuta al coraggio delle donne che hanno dato vita al movimento MeToo, alle donne che dopo i soprusi e gli abusi hanno deciso di parlare e denunciare ciò che accadeva dietro le quinte dello showbusiness.

A decine hanno cominciato a rivelare molestie, aggressioni e veri e propri stupri a Hollywood, ed il principale soggetto dello scandalo fu proprio lui, Harvey Weinstein. Dopo poco più di due anni dall'esplosione dello scandalo (ottobre 2017), i giudici hanno pronunciato la sentenza di condanna per stupro nei confronti dell'ex produttore. 

Lo scultore italoargentino Luciano Garbati ha spiegato alla stampa che la sua opera vuole essere un omaggio al coraggio di quelle donne e di tutte quelle che si oppongono alle violenze e all'omertà. Con la sua statua infatti Garbati ha completamente ribaltato la mitologia antica. Nella versione originale, era l'eroe figlio di Zeus a decapitare la Gorgone Medusa, grazie all'aiuto della dea Atena. Ma questa è solo la parte finale del mito. Ciò che spesso non viene raccontato è lo straziante inizio, che riscrive la figura di Medusa, una splendida fanciulla, stuprata dal dio del mare, Poseidone, in un tempio sacro di Atena. Ebbra di rabbia per il tempio profanato, la dea sfogò la sua ira sulla povera Medusa, trasformandola in un mostro con i capelli di serpenti e la capacità di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo. Così, il semidio Perseo venne inviato ad uccidere la mostruosa creatura. 

Il messaggio che oggi viene lanciato dalla statua di Luciano Garbati è una denuncia del ribaltamento di colpe (victim-blaming) che spesso accade nei confronti delle vittime di molestie e stupro: Medusa, come troppe donne ancora nel nostro mondo, oltre a subire una violenza, è pure incolpata e punita ulteriormente per questa. Sui social, come al solito, si sono create due fazioni opposte. Da un lato, chi approva e apprezza sia la resa estetica che il significato della statua. Dall'altro, chi condanna l'incitamento alla violenza e il fatto che l'autore sia un uomo. Comunque la si pensi, la fiera Medusa di Garbati è oggi la protagonista del dibattito. 

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