Nacho Vidal, arrestato il pornoattore spagnolo dopo la morte di un uomo durante un rito sciamanico

Nacho Vidal, arrestato il pornoattore spagnolo dopo la morte di un uomo durante un rito sciamanico
Nacho Vidal, arrestato il pornoattore spagnolo dopo la morte di un uomo durante un rito sciamanico
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Mercoledì 3 Giugno 2020, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 20:57

Nacho Vidal nei guai: il popolare attore pornografico spagnolo, considerato il 'Rocco Siffredi iberico', è stato arrestato (e successivamente rilasciato) dopo la morte di un uomo, presumibilmente avvenuta durante un rito sciamanico. I contorni della vicenda, a quasi un anno di distanza dall'accaduto, sono ancora poco chiari.

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Il pornoattore spagnolo, 46 anni, era stato scoperto e lanciato nel 1998 proprio dal 'nostro' Rocco Siffredi, che gli aveva permesso di iniziare una carriera ricca di premi e successi, ma anche piena di controversie a cominciare da quelle legali. Nacho Vidal era stato arrestato insieme ad un familiare e ad un suo collaboratore domestico venerdì scorso, in merito alla morte di José Luis Abad, un fotografo attivo nel campo della moda che stava cercando di disintossicarsi dalla droga. L'episodio, avvenuto in un'abitazione di rurale di proprietà di Nacho Vidal, era avvenuto nel luglio dell'anno scorso.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, il rito sciamanico che avrebbe dovuto aiutare il fotografo ad uscire dalla tossicodipendenza, nelle intenzioni iniziali prevedeva la somministrazione di un veleno originato dai rospi, chiamato anche 'molecola di Dio'. In un primo momento, la morte di José Luis Abad era apparsa accidentale, ma l'autopsia aveva permesso di accertare la presenza di quel veleno nell'organismo. Nacho Vidal e le altre due persone arrestate sono stati poi rilasciati, non prima però di essere sottoposti ad un interrogatorio in tribunale. L'ipotesi di reato è quella di omicidio colposo e i tre fermati, oltre a dover consegnare i loro passaporti, sono stati sottoposti all'obbligo di firma ogni due giorni. Lo riporta Rtve.es.

Le indagini hanno permesso di ricostruire una vicenda che inizialmente era circondata da un mistero totale: José Luis Abad morì la mattina del 28 luglio dello scorso anno, dopo essersi sottoposto ad un rito tipico degli sciamani dell'Amazzonia e che prevedeva l'assunzione della dimetiltriptammina, una sostanza presente sulla pelle di alcuni rospi e che viene prodotta da alcune ghiandole. Quella sostanza, allucinogena per l'uomo, può essere ingerita o anche fumata e può provocare forti stati di ansia alternati a euforia, ma secondo alcuni medici ha anche dei rischiosi effetti collaterali come ulcere o fortissime dipendenze.

L'autopsia aveva stabilito che ad uccidere il fotografo era stato un infarto del miocardio e che, prima della morte, l'uomo aveva accusato convulsioni e asfissia. La famiglia, dopo la morte, aveva chiesto con insistenza di aprire un'indagine e da lì è stato possibile escludere la morte accidentale. Nacho Vidal e gli altri due indagati sono accusati non solo di aver causato, pur senza volerlo, la morte dell'uomo, ma di non aver fatto nulla per soccorrerlo e salvargli la vita. Il pornoattore, interrogato, aveva spiegato: «Non ho mai avuto l'intenzione di fare del male a quell'uomo. Anzi, volevo aiutarlo, perché una grande amicizia mi lega a sua cugina».

Nacho Vidal è attivo nel settore dei film per adulti sin dal 1994, ma la fama mondiale arrivò solo quattro anni dopo, grazie all'ingaggio da parte di Rocco Siffredi. Considerato uno dei più grandi pornoattori di tutti i tempi, il 46enne catalano è stato protagonista di diverse controversie. Nel 2012, nell'ambito di un'inchiesta sulla mafia cinese in Spagna, l'attore fu accusato di riciclaggio ma poi fu prosciolto. Un anno fa, invece, fece molto clamore la sua presunta sieropositività al test dell'Hiv, ma alla fine l'attore, che aveva sempre negato di avere l'Aids, aveva dimostrato in realtà di soffrire della sindrome di Reiter. Qualche mese fa, Nacho Vidal aveva anche iniziato a prepararsi per partecipare alla Dakar, una delle manifestazioni di rally più famose al mondo: l'obiettivo è quello di gareggiare nell'edizione 2021, giustizia permettendo.

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