Messico, famiglia di mormoni massacrata dai narcos: morte tre donne e 9 bambini. «Alcuni bruciati vivi»

Messico, i narcos massacrano una famiglia di mormoni: morte tre donne e 9 bambini. «Alcuni bruciati vivi»
Messico, i narcos massacrano una famiglia di mormoni: morte tre donne e 9 bambini. «Alcuni bruciati vivi»
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Martedì 5 Novembre 2019, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 18:34
Strage choc in Messico dove 12 cittadini statunitensi mormoni sono stati barbaramente uccisi in un'imboscata, forse ad opera dei cartelli della droga, secondo quanto affermato dalla polizia locale: tra le vittime dei narcos ci sono tre donne e nove bambini, di cui due gemellini neonati di appena sei mesi. Alcuni di loro sarebbero stati bruciati vivi, secondo quanto riferiscono i media internazionali. Il gruppo viaggiava in un convoglio di auto: un gruppo di uomini armati, in un'imboscata, hanno sparato e dato fuoco alle vetture.

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Il massacro - secondo quanto riferito da un leader della comunità familiare di una vittima a Radio Formula, emittente messicana - è avvenuto a Rancho de la Mora, al confine tra gli Stati di Chihuahua e Sonora, vicino al confine con gli Stati Uniti, in una zona infestata da trafficanti di droga e banditi di ogni genere. Il procuratore di Chihuahua, César Augusto Peniche - riferisce il Telegraph - ha affermato che il numero delle vittime rimane 'incerto': ma secondo i media le vittime sarebbero tre donne e nove bambini, tutti appartenenti alla folta comunità mormone e tutti di origine statunitense, che svolgono attività missionaria per la loro chiesa in Messico.
 


ANDAVANO A PHOENIX Secondo quanto riferito da uno dei leader della comunità e cugino di una delle vittime, Julian Lebaron, il gruppo si stava dirigendo verso il confine americano per andare a prendere un parente all'aeroporto di Phoenix, negli Stati Uniti, quando uomini armati gli hanno teso un'imboscata. I mormoni viaggiavano in un convoglio di vari automezzi. Dentro uno di questi sono stati trovati i corpi di una madre e dei suoi quattro figli con i corpi crivellati di proiettili. Altre due auto sono state ritrovate a una certa distanza alcune ore dopo; al loro interno i cadaveri di altre due donne e due bambini. Altri cinque o sei bambini sarebbero riusciti a fuggire e tornare a casa, ma altre persone, tra cui una ragazza fuggita nel bosco per nascondersi, sono tuttora dispersi.

I governi di Chihuahua e Sonora hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando che è stata avviata un'indagine e che ulteriori forze di sicurezza sono state inviate nell'area. Il fratello di Julian Lebaron, Benjamin Lebaron, che aveva fondato un gruppo di lotta al crimine chiamato SOS Chihuahua, era stato assassinato nel 2009. La comunità colpita è formata da discendenti di mormoni che fuggirono dagli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo per sfuggire alla repressione della poligamia, praticata nella loro religione. Molti mormoni in Messico godono della doppia cittadinanza messicana e americana. 



TRE DONNE E 14 FIGLI Il quotidiano «El Universal», citando fonti della famiglia, ha ricostruito i fatti, iniziati ieri mattina alle 9.30, quando tre donne, con i loro 14 figli, sono partiti dalla località di Bavispe, nello stato di Sonora, diretti verso la comunità mormone di La Mora.
Durante il tragitto, uno dei veicoli a bordo del quale viaggiavano donne e bambini ha avuto un guasto, per cui uno dei mezzi, con due donne e dieci minori, ha fatto rientro a Bavispe per cercare aiuto. Tornati sul posto, hanno trovato i corpi carbonizzati di una donna e dei suoi quattro figli, due gemelli di sei mesi e due bambini di otto e dieci anni, prima di essere oggetto di colpi d'arma da fuoco.

 

Le donne ed i loro figli hanno tentato una fuga disperata, ma le due madri con cinque bambini sono stati barbaramente uccisi, mentre altri cinque minori risultano dispersi. Le vittime appartenevano tutte alla famiglia LeBaron, legata ad una comunità mormone stabilitasi nel nord del Messico decine di anni fa. Al momento non è chiaro a chi sia da attribuirsi la responsabilità dell'attacco, per il quale è stato chiamato in causa un gruppo della criminalità organizzata attivo nella zona, che tra l'altro ha bloccato l'accesso all'area per evitare un possibile intervento delle forze di sicurezza.

Indagini sono state avviate dalle autorità degli stati di Chihuahua e Sonora, mentre un membro della comunità, Lafe Langford Jr., ha denunciato come siano «loro a cercare» i minori scomparsi, mentre «governo ed esercito non fanno niente», e ha invocato l'intervento dell'Fbi. «Stiamo seguendo da vicino la situazione - ha scritto su twitter l'ambasciatore americano in Messico, Christopher Landau - La sicurezza dei nostri connazionali è la nostra principale priorità».
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