Michella, uccisa a 12 anni nel 1986: il killer incastrato dal Dna. «Tradito da una ricerca genealogica»

Michella, uccisa a 12 anni nel 1986: il killer incastrato dal Dna. «Tradito da una ricerca genealogica»
Michella, uccisa a 12 anni nel 1986: il killer incastrato dal Dna. «Tradito da una ricerca genealogica»
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Martedì 26 Giugno 2018, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 14:15
Trentadue anni dopo, la morte di Michella Welch ha trovato un responsabile. La vittima aveva 12 anni quando, nel marzo del 1986, svanì nel nulla mentre era in un parco insieme alle due sorelline: la notte successiva il suo corpo seviziato e senza vita fu trovato con l’aiuto dei cani, una storia orribile che sconvolse gli Stati Uniti.

Un testimone l’aveva vista parlare con un uomo, un adulto: lo descrisse come un uomo tra i 25 e i 35 anni, con i baffi, vestito con abiti di jeans. Impossibile identificarlo all’epoca, ma la Scientifica, scelta azzeccatissima, recuperò e conservò con cura degli effetti personali su cui era rimasto il Dna del presunto killer. Vent’anni dopo, nel 2006, i tecnici estraggono proprio il Dna da quegli effetti personali, ma la ricerca è vana: nessun risultato tra i pregiudicati, il killer non è mai stato schedato.



Ciò che ‘incastra’ però il responsabile, 32 anni dopo l’omicidio, è la curiosità: alcuni siti come 23andme e ancestry.com, infatti, analizzando il Dna, sono capaci di condurre ricerche genealogiche, per ricostruire il passato della propria famiglia. Cercando in questi database, gli inquirenti fanno centro con Gary Hartman, 68 anni (36 all’epoca dell’omicidio), di professione infermiere.

Gli agenti lo seguono e lo controllano, scatta un nuovo test (su un tovagliolo lasciato da lui in un ristorante), e il Dna conferma: è lui il presunto assassino. Lo scorso 22 giugno è stato arrestato, e Michella può avere finalmente giustizia. Grazie al progresso e alla tecnologia, nonostante 32 lunghi anni in cui il suo delitto è rimasto impunito.
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