Colpo di stato in Mali, il presidente Keita e il primo ministro Cissé nelle mani dei militari in rivolta L'Onu: «Rilasciateli»

Colpo di stato in Mali, il presidente Boubacar e il primo ministro Cissé nelle mani dei militari in rivolta
Colpo di stato in Mali, il presidente Boubacar e il primo ministro Cissé nelle mani dei militari in rivolta
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Martedì 18 Agosto 2020, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 23:42
Precipita la situazione in Mali. Disordini nella capitale Bamako. Il presidente presidente Ibrahim Boubacar Keita e del primo ministro, Boubou Cissé sarebbero nelle mani dei militari in rivolta. L'Unione europea «condanna con forza» il tentativo di colpo di stato nel paese subsahariano e rifiuta «ogni cambiamento anti-costituzionale» che «non può essere in nessun caso una risposta alla profonda crisi socio-politica che sta spaccando il Paese». Lo ha scritto su Twitter l'Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borr.
E' stata inoltre convocata per oggi una riunione di emergenza del consiglio di sicurezza dell'Onu. Lo riferiscono fonti diplomatiche. L'Onu ha inoltre richiesto il rilascio immediato di Keita e Cissé.

 

Colpo di stato


Il presidente della commissione dell'Unione Africana (Ua), Moussa Faki Mahamat, ha intanto condannato la detenzione da parte dei militari che si sono ammutinati oggi in Mali del presidente Ibrahim Boubacar Keita e del primo ministro, Boubou Cissé. E chiede, come l'Onu, che vengano «immediatamente» rilasciati insieme agli altri esponenti del governo che sarebbero stati detenuti dai militari in rivolta. Con un messaggio su Twitter, Mahamat ha poi rifiutato «qualsiasi tentativo di cambiamento incostituzionale» nel Paese, riferendosi alla possibilità di un golpe, esortando i militari a «desistere dal ricorso alla violenza e al rispetto delle istituzioni repubblicane».

Ha infine chiesto alla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, alle Nazioni Unite ed a «tutta la comunità internazionale» di unire gli sforzi per «opporsi a qualsiasi uso della forza per mettere fine alla crisi politica in Mali».
Secondo quanto riferito ai media locali dai leader dei militari in rivolta, il presidente ed il premier sono stati arrestati e sono stati trasferiti nella base militare di Kati, a 15 chilometri dalla capitale Bamakò, dove è iniziato l'ammutinamento.





Un portavoce militare in Mali aveva detto poche prima che sono stati sparati colpi di arma da fuoco in una caserma nei pressi della capitale Bamako. La situazione resta al momento confusa mentre la sede della televisione nazionale (Ortm) è stata evacuata. L'ambasciata norvegese ha detto di aver ricevuto informazioni secondo cui militari sarebbero diretti verso la capitale e l'ambasciata francese ha consigliato di rimanere in casa.



«Questa mattina, alcuni militari arrabbiati hanno preso le armi alla base di Kati e hanno sparato in aria. Erano parecchi e molto nervosi», ha detto all'Afp un medico dell'ospedale di Kati, località a circa 15 chilometri dalla capitale e dove nel 2012 fu condotto un colpo di Stato.


Una fonte del ministero maliano della Difesa ha intanto fatto sapere: «Seguiamo attentamente la situazione. I vertici militari sono in contatto con le truppe, una dichiarazione ufficiale seguirà in giornata» ma non parla di ammutinamento, che viene invece evocato dai paesi della Comunità economica degli Stati dell'Africa Occidentale (Ecowas) in un comunicato in cui si esortano «tutti i soldati a rientrare subito nelle caserme».
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