Usa, uccise una donna nel 1992: il dj killer arrestato 26 anni dopo grazie a un chewing gum

Usa, uccise una donna nel 1992: il dj killer arrestato 26 anni dopo grazie a un chewing gum
di Federica Macagnone
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Mercoledì 9 Gennaio 2019, 20:44 - Ultimo aggiornamento: 21:35
Non se lo sarebbe mai aspettato. Convinto da decenni che nessuno lo avrebbe più scoperto, Raymond Charles Rowe, famoso dj della Pennsylvania noto come DJ Freez, mandava avanti brillantemente la sua carriera esibendosi davanti a un pubblico ignaro di avere davanti a sé un assassino, l'uomo che quattro giorni prima del Natale 1992 aveva ucciso brutalmente Christy Mirack, un'insegnante di scuola media di 25 anni, strangolandola nella sua casa di Lancaster, in Pennsylvania, dopo averla stuprata. Non poteva sapere che la polizia non aveva mai chiuso quel caso e, sconvolta dalla ferocia di quell'omicidio, se l'era legato al dito senza mai smettere di indagare. Così come non poteva immaginare che a tradirlo sarebbe stata, involontariamente, la sorellastra che, iscrivendosi a un sito genealogico dotato di un imponente database di dna, ha permesso agli investigatori di risalire a lui. Arrestato a giugno scorso, Raymond si è ritrovato schiacciato da prove inconfutabili: martedì, vistosi incastrato, si è dichiarato colpevole per evitare la pena di morte ed è stato finalmente condannato all'ergastolo. 

Christy era stata uccisa il 21 dicembre '92 mentre si preparava ad andare a scuola: il cadavere era stato trovato dal preside della scuola che, preoccupato perché la ragazza non si era presentata in istituto e non rispondeva al telefono, era andato a casa sua. Oltre alle prove inequivocabili della violenza sessuale subita, aveva una mascella rotta, i segni evidenti dello strangolamento e ferite al collo, alla schiena, al torace e sul viso. «Non abbiamo mai chiuso questo caso - dicono i funzionari di polizia - neanche quando abbiamo esaurito tutta la lista dei possibili sospetti senza riuscire a individuare il colpevole. E il motivo principale per cui abbiamo continuato a indagare è stata la brutalità di quell'omicidio, a dir poco inquietante».

La svolta nella vicenda è arrivata quando le autorità hanno deciso di utilizzare un database genealogico in cui era presente il dna della sorellastra di Raymond, riconducibile a quello trovato sulla scena del delitto e che ha portato gli investigatori sulla strada del dj, che viveva a pochi chilometri da dove era avvenuto l'omicidio. Alcuni detective in incognito hanno raccolto il dna di Raymond prendendo una bottiglia d'acqua in cui aveva bevuto e un chewing gum che aveva sputato in una scuola dove si stava esibendo il 31 maggio scorso. Una volta effettuati i test è emerso che il dna raccolto corrispondeva perfettamente a quello trovato in casa sul luogo del delitto: dopo 27 anni, finalmente, il killer era stato scovato. A giugno Raymond è stato arrestato, martedì scorso è stato condannato all'ergastolo. Il passato è ritornato implacabile su di lui per una serie di circostanze senza le quali l'avrebbe fatta franca: ma il destino ha deciso diversamente.

Non è la prima volta, comunque, che grazie ai database genealogici del dna vengono scovati criminali che erano riusciti a sfuggire alla giustizia per decenni. Come nel caso, ad esempio, di Joseph DeAngelo, il "Golden State Killer" che l'aveva fatta franca per oltre 40 anni: all'inizio del 2018 gli investigatori riuscirono a identificarlo e arrestarlo incriminandolo per 13 omicidi, oltre 50 stupri e 13 sequestri di persona. 
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