Guerra in Ucraina, tutte le aziende che hanno già lasciato la Russia e quelle che restano

La lista delle aziende che hanno sospeso attività produttive e investimenti e di quelle che restano pienamente operative. I colossi cinesi rinforzano il legame Mosca-Pechino

Guerra in Ucraina, le aziende che hanno lasciato la Russia e quelle che restano
Guerra in Ucraina, le aziende che hanno lasciato la Russia e quelle che restano
di Enrico Chillè
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Venerdì 11 Marzo 2022, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 13:42

Tra i possibili danni causati dalle sanzioni e quelli più legati all’immagine e alla reputazione del brand, si infoltisce la lista di grandi aziende in fuga dalla Russia dopo l’inizio della guerra in Ucraina.

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Sono diverse le multinazionali che hanno deciso di chiudere le loro attività sul territorio russo, anche se non mancano le polemiche per quelle aziende, comprese alcune italiane, che hanno scelto di mantenere invariati gli investimenti.

L’abbandono della Russia, d’altronde, si sta verificando con tempi e modi molto diversi a seconda delle aziende.

Russia, le aziende che lasciano

Le prime multinazionali a lasciare Mosca erano state Apple, Dior, Adidas, Mercedes, AirBnb, Asos, H&M, Ikea e Heineken. Una scelta maturata già nei primi giorni successivi al 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’offensiva russa.Ci sono poi state furenti polemiche sul web dietro la decisione di alcune multinazionali, veri e propri simboli dell’Occidente, che fino a pochi giorni fa avevano deciso di proseguire le loro attività in Russia. È il caso di McDonald’s, Coca-Cola e Starbucks, che dietro alla mobilitazione dei cittadini e agli inviti al boicottaggio, hanno annunciato la sospensione delle attività solo tre giorni fa. Analoghi i casi di Philip Morris, PepsiCo, Google, Sony, Epson e Uniqlo, che hanno rinunciato alle attività in Russia nelle ultime ore.

Russia, le aziende che restano

Ci sono però anche grandi aziende, comprese alcune italiane, che hanno scelto di mantenere tutte le attività e gli investimenti in Russia. Nella lista Auchan, Bosch, Burger King, Citi, Michelin, Miele, Pfizer, Salvatore Ferragamo, Sanofi, Stellantis, Unicredit, Ferrero e Bayer. L’azienda fondata ad Alba, tuttavia, starebbe cercando di aiutare i dipendenti in Ucraina a raggiungere zone di sicurezza, mentre il colosso farmaceutico tedesco sta fornendo assistenza economica alla popolazione ucraina.

Russia, l'aiuto cinese

Non stupisce, invece, la piena operatività di aziende cinesi in Russia, visti i forti e rinnovati legami commerciali tra Mosca e Pechino. Il gigante dell’e-commerce Alibaba resta pienamente operativo, come le aziende hi-tech Lenovo e Huawei. Con quest’ultima, Robert Lewandowski, fuoriclasse del Bayern Monaco, ha rinunciato a una ricca sponsorizzazione in segno di protesta.

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