Giappone, gigantesco robot apre al pubblico: a breve si potrà visitare Gundam di 18 metri

Twitter
Twitter
di Nico Riva
2 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Novembre 2020, 18:22

Il mondo della fantascienza e quello reale stanno finalmente per incontrarsi in Giappone. A settembre la Gundam Factory di Yokohama ha completato la costruzione di un gigantesco robot, ispirato all'omonimo anime (come vengono chiamati i cartoni animati giapponesi) e per questo a grandezza naturale: 18 metri di altezza, 25 tonnellate di peso. Un vero bestione, che fra meno di un mese sarà finalmente accessibile al pubblico. 

Leggi anche > Quando la realtà supera la fantascienza: robot gigante muove i suoi primi passi, è alto 18 metri 

La mega statua di 18 metri ha mosso i suoi primi passi lo scorso 21 settembre, mandando in visibilio i fan sparsi per il mondo. Il Gundam è l'attrazione principale del nuovo parco a tema nel porto di Yokohama, voluto per festeggiare i 40 anni della popolare serie animata. La Gundam Factory Yokohama avrebbe dovuto aprire i battenti lo scorso ottobre, ma a causa del coronavirus l'apertura è stata posticipata al 19 dicembre. 

I visitatori del parco potranno salire fino alla testa del gigantesco robot attraverso le torri circostanti, ammirarne da vicino i numerosi movimenti e la precisione dei dettagli. Un simulatore all'interno della Factory permetterà inoltre di entrare nella cabina di pilotaggio del robot con la realtà virtuale. Il biglietto d'ingresso costerà intorno ai 13 euro (1650 yen) dai 13 anni in su, 8 per i bambini di età compresa fra 7 e 12 anni, mentre i più piccoli l'ingresso sarà gratuito. Una vera chicca che i fan più accaniti non vedono l'ora di pregustare.

La vita in Giappone sembra tornare piano piano alla normalità. Con o senza robot, il Paese del Sol Levante è riuscito a tenere a bada la pandemia, registrando numeri di contagi e vittime davvero ridotti rispetto alla popolazione totale: su 126 milioni circa di giapponesi, i casi totali di coronavirus sono stati "appena" 149mila e le morti ufficiali dovute al Covid poco più di 2mila. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA