Fukushima, il disastro annunciato: il Giappone pronto a sversare in mare l'acqua contaminata

Fukushima, il disastro annunciato: il Giappone pronto a sversare in mare l'acqua contaminata
Fukushima, il disastro annunciato: il Giappone pronto a sversare in mare l'acqua contaminata
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 18:36

Fukushima, un disastro annunciato ormai da anni sta per avvenire. Il Giappone, dopo lunghe discussioni, potrebbe iniziare a sversare, a breve, l'acqua contaminata dalla radioattività nell'Oceano Pacifico. Il motivo è semplice: costa meno in termini economici. Ma potrebbe causare un danno ambientale difficile anche da immaginare.

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La centrale nucleare riportò danni ai sistemi di raffreddamento dopo lo spaventoso terremoto, con conseguente tsunami, avvenuto l'11 marzo 2011 a pochi chilometri di distanza. Nei vari reattori della centrale nucleare di Fukushima Dai-chi la fusione delle barre di combustibile causarono diverse esplosioni, costringendo ad evacuare tutti i cittadini residenti a 30-40 chilometri dal luogo del disastro. Negli anni successivi si è dibattuto a lungo su quale futuro destinare alla centrale di Fukushima e sulla sorte dell'acqua immagazzinata dopo essere stata contaminata dalle radiazioni. Tokyo ha annunciato di voler trasformare la centrale nucleare in un hub per le energie rinnovabili, da collegare con l'area di Tokyo, ma restano i dubbi su come liberarsi dell'acqua contaminata dal momento che, letteralmente, non c'è più spazio nei serbatoi utilizzati fino ad oggi.

Come spiega anche The Vision, le ipotesi sono tre: sversare un milione di tonnellate di acqua radioattiva nell'oceano dopo averla purificata e diluita, vaporizzarla nell'atmosfera oppure utilizzare un sistema misto basato su entrambe le tecniche. La Tepco (Tokyo Electric Power Company) non è riuscita a fermare la contaminazione delle acque sotterranee a causa della posizione della centrale di Fukushima e Greenpeace denuncia che il governo del Giappone avrebbe già scelto la soluzione più economica sul breve termine (costerebbe 'solo' 3 miliardi di yen, circa 24 milioni di euro), cioè quella di sversare interamente le acque contaminate nell'oceano.

La ong ambientalista suggerisce invece di stoccare l'acqua contaminata in serbatoi da costruire lontano dal perimetro dell'impianto, oltre ad adottare tecnologie di rimozione dei radionuclidi.

L'impatto ambientale risulterebbe difficilmente immaginabile e non sono da sottovalutare le conseguenze a livello economico per il settore della pesca nell'area di Fukushima. Gli stessi cittadini giapponesi, secondo un sondaggio, hanno chiaramente indicato di non avere la minima intenzione di acquistare pesce proveniente da un'area in cui potrebbe essere sversata acqua contaminata. C'è poi il problema a livello di esportazioni, con la contrarietà già ribadita dalla Corea del Sud. Inoltre, dopo anni di 'depistaggi', anche la Tepco ha ammesso di non essere riuscita a ridurre la radioattività nei livelli inizialmente auspicati. Il governo del Giappone, negli ultimi anni, aveva concentrato l'attenzione dei media sul trizio, un radionuclide mediamente meno dannoso di altri, ignorando invece i pericoli causati da altri elementi radioattivi. Tra le possibili conseguenze della sottovalutazione, voluta o meno, dell'impatto ambientale, non ci sono solo malattie come il cancro, ma anche danni genetici alla materia organica causati da una radioattività capace di durare anche migliaia di anni.

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