Proprio mentre il mondo affronta questa terribile pandemia da Sars-CoV-2, Un altro virus ha fatto di recente il "salto di specie". Si tratta di una forma di epatite (denominata "E") che si pensava infettasse soltanto i topi. Invece, dopo il primo caso del 2018, riferisce la Cnn, un uomo di 56 anni risultato positivo al virus che infetta i ratti, ma non alla sua variante "umana" (se ne conoscono in tutto quattro). Questa malattia causa febbre, ingrossamento del fegato, itterizia. «Improvvisamente, ci siamo trovati di fronte un virus che passa dai topi all'uomo», ha detto al network americano Siddharth Sridhar, un microbiologo della ex colonia inglese che ha fatto la scoperta.
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Si pensava che fosse un caso isolato. E invece, da quel primo caso ne sono stati riscontrati altri dieci. L'ultimo, una settimana fa: un sessantunenne con funzioni epatiche irregolari che è stato testato ed è risultato positivo E potrebbero esseri centinaia di altri casi "silenti".
“De repente, tenemos un virus que puede saltar de las ratas callejeras a los humanos”, dijo el Dr. Siddharth Sridhar, un microbiólogo y uno de los investigadores de HKU que hizo el descubrimiento.Leer: https://t.co/WdahTL6NMa via @CNNEE
— Beatrice Garibaldi (@IDBeatrice) May 8, 2020
Il problema è che non si riesce a risalire all'origine del contagio. Secondo l'Oms, l'epatite E si trasmette solitamente tramite acqua contaminata. Ma i ricercatori non hanno trovato tracce di possibili "contatti" che hanno provocato l'infezione. L'ultimo caso si è rivelato un vero enigma: nessun viaggio recente, nessun contatto con topi o fonti idriche possibilmente infette. Inoltre, anche questo virus è poco conosciuto, e quindi nessuno sa quali siano i tempi di incubazione: probabilmente i contagi sono avvenuti molto tempo fa, ma non c'è modo di provarlo.