Disastro ambientale in Siberia, Putin dichiara lo stato d'emergenza

Disastro ambientale in Siberia, Putin dichiara lo stato d'emergenza
Disastro ambientale in Siberia, Putin dichiara lo stato d'emergenza
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Giugno 2020, 21:20 - Ultimo aggiornamento: 21:57

Disastro ambientale in Siberia, a quasi una settimana di distanza dall'annuncio la situazione è drammatica e Vladimir Putin ha deciso di dichiarare lo stato d'emergenza a Norilsk e nella penisola di Taymy. La fuoriuscita di circa 20mila tonnellate di prodotti petroliferi da alcuni serbatoi ha già contaminato circa 20 chilometri di fiumi e a breve la massa inquinante, il cui strato ha superato i 20 centimetri, potrebbe raggiungere il mare.

Leggi anche > Bimba di 7 anni muore dopo aver contratto il covid-19: «Il virus le ha ingrossato il cervello e l'ha mandata in coma»
 

 

Vladimir Putin ha ordinato ieri di introdurre lo stato di emergenza a causa di un incidente a un serbatoio di carburante in una centrale termoelettrica di Norilsk, in Russia settentrionale, che ha fatto riversare in un fiume oltre 20.000 tonnellate di diesel. L'incidente è avvenuto il 29 maggio ma il governatore della regione di Krasnoyarsk, Aleksandr Uss, ha detto di esserne venuto a conoscenza solo due giorni dopo, cioè domenica, dalle «informazioni allarmanti» provenienti dai social media.

In una videoconferenza trasmessa in tv, Putin ha rimproverato il direttore della Ntek, la società che gestisce la centrale ed è controllata dalla Norilsk Nickel, leader mondiale della produzione di nickel e palladio. «Perché - ha chiesto Putin - le agenzie governative hanno saputo di questo solo due giorni dopo i fatti? Dobbiamo sapere delle situazioni di emergenza dai social media?». Putin ha detto di aver dichiarato lo stato di emergenza federale per concentrare quante più risorse possibile nell'operazione di decontaminazione.


GREENPEACE: "DISASTRO COME LA EXXON VALDEZ" «Si tratta di uno dei più grandi incidenti petroliferi nell'Artico e dimostra che il governo russo deve riconsiderare l'attuale modello di economia basato sui combustibili fossili e sull'abuso della natura». Così in una nota Greenpeace Russia commenta lo sversamento vicino Norilsk e nella penisola di Taymyr, nel nord della Russia, di 20 mila tonnellate di gasolio. Greenpeace valuta la portata di questo disastro analoga a quella dell'incidente della petroliera Exxon Valdez, avvenuto in Alaska 30 anni fa. Lo sversamento, riferisce «sta contaminando oltre 20 chilometri di fiumi e si sta muovendo verso il mare, con lo spessore dello strato di prodotti petrolchimici che ha raggiunto i 20 cm». «I prodotti petroliferi - dice Greenpeace - sono fuoriusciti il 29 maggio, dopo il crollo di uno dei serbatoi in una centrale elettrica appartenente alla NTEC (una società del gruppo Nornikel nella città di Norilsk). La procura ha avviato un'indagine penale sull'incidente. Le barriere situate nel fiume possono raccogliere una piccola parte del gasolio fuoriuscito».

© RIPRODUZIONE RISERVATA