Da neonazista alla conversione all'ebraismo: la nuova vita da insegnante religioso

Da neonazista alla conversione all'ebraismo: la nuova vita da insegnante religioso
Da neonazista alla conversione all'ebraismo: la nuova vita da insegnante religioso
di Enrico Chillè
4 Minuti di Lettura
Domenica 25 Agosto 2019, 16:28
Dall'ideologia neonazista alla conversione all'ebraismo: una storia incredibile, quella di un uomo che, dopo aver fatto parte di formazioni di estrema destra, ha scoperto la fede ebraica e oggi vive in Israele, dove è uno studioso e insegnante di religione. Sta diventando famoso in tutto il mondo Lutz Langer, un uomo tedesco che, dopo la conversione, ha anche scelto di cambiare il proprio nome in Yonatan Langer.

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È lui stesso a raccontare la propria storia a El Diario: all'età di 12 anni, Lutz Langer si era trasferito con la famiglia dalla Sassonia a Berlino Est e qui i genitori, che volevano facesse sport, decisero di iscriverlo ad un corso di karate. Il suo insegnante era un neonazista che tendeva a indottrinare i suoi giovani e giovanissimi allievi, e ci riuscì benissimo. «Tutto iniziò con la musica, ricordo la prima volta in cui ci fece ascoltare una canzone neonazista» - ricorda Yonatan Lutz Langer - «Quella musica era provocante, sembrava un modo efficace di distaccarsi dalla normalità e dalla mediocrità della gente».

L'indottrinamento, poi, continuò anche al di fuori della palestra: il maestro di karate, infatti, invitava i suoi allievi a casa per leggere loro testi inneggianti all'Olocausto. In poco tempo, Lutz e i suoi amici iniziarono a riunirsi in un gruppo dallo stile paramilitare: «Ci chiamavamo Vigrid, per via di un luogo menzionato nella mitologia tedesca. Avevamo uno spazio comune in cui ci riunivamo, tutti con abiti di pelle e circondati da torce. Molto presto avevamo iniziato a relazionarci con gli skinhead, le gang di motociclisti, tifoserie violente, assassini e criminali».

Il passato da neonazista di Lutz Langer è stato decisamente movimentato. «Avevamo facile accesso ad armi e pianificavamo stragi e attentati, anche se poi ci siamo resi conto delle conseguenze e ci abbiamo ripensato» - racconta oggi l'uomo - «Questo comunque non ci impediva di picchiare per strada gli immigrati, meglio se neri, o di assaltare ristoranti etnici». Il nemico giurato del gruppo di neonazisti, però, erano gli ebrei. Lutz racconta ancora: «Odiavamo l'ebraismo, per questo non mangiavamo da McDonald's, non vedevamo film di Hollywood e non bevevamo Coca-Cola, che da sempre erano simboli della relazione tra gli ebrei e gli Stati Uniti».

Le cose cambiarono quando Lutz decise di iscriversi all'università e iniziò a frequentare altre persone. «Mi sentivo più inserito nella società e capii che non era facile dire "Non ho amici neri", "Non mangio nei ristoranti stranieri" o "Non vedo quei film perché sono prodotti dagli ebrei"» - spiega - «Alla fine mi sono laureato a 24 anni ed ero già una persona diversa, anche se solo all'inizio. Avevo dato il via ad una riflessione interna a me stesso e mi stavo interessando ad una spiritualità diversa: iniziai a leggere i libri di Osho e poi scoprii la Cabala».

Fu così che Lutz Langer, dopo un passato da neonazista, iniziò a frequentare il Centro di Cabala di Berlino: un'esperienza che lo segnò, fino a trasformarlo radicalmente. Il suo professore a Berlino era un uomo nato in Israele e figlio di un sopravvissuto all'Olocausto, che lo accolse senza pregiudizi, neanche quando Lutz gli confessò di essere stato un neonazista. «All'inizio non sapevo che quell'uomo fosse un ebreo praticante, ma ero rimasto folgorato dalle sue parole e dai suoi insegnamenti» - racconta ancora Lutz - «Ricordo ancora una cena shabat, secondo la tradizione ebraica, piena di allegria, entusiasmo ed energia positiva. Dopo quella cena, incontrai ancora i miei amici neonazisti, ma avevo capito che non dovevo più frequentarli».

La scoperta della Cabala e del mondo esoterico, alla fine, portò Lutz ad approfondire gli studi, fino a farsi assumere da un altro centro simile a Londra. In Gran Bretagna, l'uomo aveva iniziato, tra le altre cose, ad organizzare eventi religiosi e feste tradizionali ebraiche, fino a quando, all'età di 29 anni, e dopo un primo viaggio in Israele, decise di convertirsi. Dopo il battesimo, con tanto di circoncisione, Lutz Langer decise anche di cambiare nome, mantenendo il suo come secondo e scegliendo quello di Yonatan.

Dopo un breve ritorno a Berlino, Yonatan Lutz Langer ha avuto la possibilità di trasferirsi a Tel Aviv, per lavorare nel Centro di Cabala locale. Oggi quest'uomo segue con rigore tutti i precetti religiosi dell'ebraismo: indossa la kippah e gli abiti tradizionali, mangia solo il cibo permesso dalla fede, prega tre volte al giorno e non ha rapporti sessuali, non essendo ancora sposato. «Amo Israele, ma essere qui significa attraversare un processo interno molto duro, pieno di dolore e frustrazione» - spiega l'uomo - «Soffro a pensare che devo ancora redimermi per il mio passato, e riuscirci sarà molto difficile».
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