Coronavirus, ragazzo fermato in moto insulta e minaccia gli agenti: arrestato

Coronavirus, ragazzo fermato in moto insulta e minaccia gli agenti: arrestato
Coronavirus, ragazzo fermato in moto insulta e minaccia gli agenti: arrestato
di Enrico Chillè
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Martedì 31 Marzo 2020, 16:42
In piena emergenza coronavirus, aveva pensato bene di violare la quarantena scorrazzando in moto per le strade della sua cittadina. Alcuni agenti di polizia locale, tuttavia, lo avevano notato girare più di una volta e avevano deciso di fermarlo. Invece di accettare il rimprovero ed il verbale, però, un ragazzo di 18 anni ha iniziato a insultare e minacciare i due vigili urbani, costringendo gli agenti ad un arresto dai modi "spicci".

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Le immagini sono state registrate qualche giorno fa da alcuni cittadini di Castellar del Vallès, piccolo centro in provincia di Barcellona. Come riporta ElPeriodico.com, i due agenti, a piedi e con le mascherine, avevano fermato il giovane, che conoscevano già proprio perché ci troviamo in un piccolo paese. Il ragazzo, tuttavia, si era rifiutato in un primo momento di togliersi il casco per farsi identificare con certezza. A quel punto, i due vigili urbani decidono di commingargli una multa di 500 euro per la reiterata violazione delle norme di quarantena: «Non è la prima volta che giri in moto per il paese in questi giorni, ora sei avvisato».

Il ragazzo, dopo aver provato a giustificarsi («stavo solo andando a fare il pieno»), reagisce in modo violento, tirando il foglio del verbale contro uno degli agenti e insultandolo: «Sì, pagherò la multa, m***a». Quando uno dei due agenti tira fuori il manganello, il ragazzo inizia a provocare gli agenti: «Ecco, a voi basta tirare fuori il manganello. Ecco a cosa servite: a impaurire i ragazzi». A quel punto, uno dei due agenti risponde così: «Tu non sei un ragazzo, sei un imbecille. Questa è la differenza».

La situazione si fa sempre più tesa: gli agenti invitano il ragazzo a scendere dalla moto, ma invano. A quel punto i due poliziotti minacciano il giovane: «Guarda che possiamo sequestrarti la moto. Se non collabori, noi possiamo fare quel che c***o vogliamo». Il giovane, però, continua ad opporre resistenza e l'altro agente lo incalza così: «Senti, non è la prima volta che ti vediamo in giro nelle ultime due settimane. Adesso basta». Il ragazzo nega di aver preso la moto nei giorni precedenti e, quando uno dei due agenti inizia a compilare un altro verbale, prende il telefono e cerca di fare una chiamata.



A quel punto, il ragazzo prova a minacciare i due agenti: «Non provate a toccarmi, faccio venire mio padre e vedrete le botte che prenderete». Uno dei due risponde in maniera piccata: «Tuo padre mi può succhiare il c***o, capito?». Il ragazzo replica così: «Sei solo un vigile, un vigile di m***a». A quel punto i due agenti decidono di usare le maniere forti, bloccando a terra il ragazzo in attesa dell'arrivo di alcuni colleghi.

Nel piccolo paese della Catalogna, la vicenda ha causato reazioni molto contrastanti ed è dovuto intervenire anche il sindaco. «Non mi piace affatto il comportamento di quei due agenti, ho avviato un'indagine sull'accaduto» - ha spiegato il primo cittadino, Ignasi Giménez - «Voglio però ricordare che quel ragazzo aveva già violato in più occasioni le norme di quarantena e, solo pochi giorni prima, era stato multato anche per aver distrutto un parco giochi con la sua moto».

In Spagna, da anni, l'atteggiamento poco ortodosso delle forze dell'ordine è molto criticato da una parte dell'opinione pubblica, anche a causa della cosiddetta 'Ley Mordaza', che conferisce ampi poteri alle autorità ma che, secondo i tanti detrattori, costituirebbe un grosso limite alla libertà di espressione e di riunione. La polizia spagnola, tuttavia, nei giorni scorsi ha spiegato che questa legge permette agli agenti di intervenire in modo rapido ed efficace. Dall'inizio dell'emergenza coronavirus, in Spagna sono state complessivamente 180mila le denunce o multe e 1534 gli arresti per le violazioni più gravi.
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