Coronavirus, i morti sono 81: forse portato a Wuhan da persona già infetta. L'ambasciata: «Non viene da laboratorio militare»

Coronavirus, i morti sono 81: forse portato a Wuhan da persona già infetta. L'ambasciata: «Non viene da laboratorio militare»
Coronavirus, i morti sono 81: forse portato a Wuhan da persona già infetta. L'ambasciata: «Non viene da laboratorio militare»
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Lunedì 27 Gennaio 2020, 15:15 - Ultimo aggiornamento: 15:53

Il coronavirus continua a far paura: il bilancio attuale dice 81 morti, 769 casi solo nelle ultime 24 ore e 2.835 contagi, secondo i dati resi noti dalla commissione nazionale di sanità cinese. L'ultimo bollettino è stato fornito dalla tv statale CCtv, aggiornato alle 18 locali (le 11 di stamattina) in base alle comunicazioni delle autorità sanitarie. E spunta il primo caso in Africa: le autorità della Costa d'Avorio stanno infatti effettuando controlli su uno studente ivoriano di rientro da Pechino per un sospetto contagio da coronavirus.

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​Il Centro cinese per i controlli e la prevenzione delle malattie ha inoltre rilasciato un'immagine della forma del nuovo coronavirus, isolato nei campioni ambientali raccolti a Wuhan al mercato di Huanan e noto come 2019-nCoV. Sui 585 campioni raccolti dall'1 al 12 gennaio, 35 sono stati positivi al virus, con 33 provenienti dalla parte occidentale della struttura dove è tradizionalmente concentrata la vendita degli animali selvatici, indicati come l'origine dell'epidemia.  

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Secondo una ricostruzione delle prime fasi dell'epidemia - pubblicata sulla rivista The Lancet e segnalata su Science - il primo caso di infezione da virus cinese risale al primo dicembre: la persona infettata non era stata al mercato ittico di Wuhan, la città epicentro dell'epidemia. Dei primi 41 casi esaminati dal gruppo di ricerca cinese guidato da Chaolin Huang, dell'ospedale Jin Yin-tan di Wuhan, 27 (pari al 66%) erano stati al mercato a partire dal 10 dicembre.

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Il primo caso di infezione da coronavirus riportato su Lancet rafforza l'ipotesi che il virus possa essere stato portato al mercato di Wuhan da una persona già infetta, afferma sul sito di Science Kristian Anderson, biologo dell'evoluzione dello Scripps Research Institute di San Diego, impegnato nello studio del genoma del virus. L'ipotesi che il virus sia stato portato al mercato di Wuhan da una persona già infetta «è uno dei tre scenari finora considerati che è ancora coerente con i dati: è del tutto plausibile stando alle nostre attuali conoscenze», spiega Anderson. Gli altri due scenari ipotizzano invece che il virus sia arrivato al mercato tramite uno o più animali infetti. 



GALLI: IPOTESI VEROSIMILE L'ipotesi dell'uomo già infetto «è verosimile, ma si chiarirà quando avremo indicazioni più precise sulla durata di incubazione della malattia», commenta l'esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell'Università di Milano e primario dell'ospedale Sacco. «Ammettiamo che un venditore di animali vivi possa essersi infettato precedentemente al suo arrivo al mercato e che da lui sia partita l'infezione», ipotizza Galli. «Stabilire una chiara relazione tra il mercato di Wuhan e i primi casi di infezione da coronavirus resta comunque molto difficile: è verosimile che una fetta importante di pazienti sia asintomatico o paucisintomatico (con sintomi inferiori) e che di contatto in contatto si perda la relazione con il focolaio iniziale», spiega l'esperto di malattie infettive. Considerando anche la forte variabilità del virus, «è improbabile che si riesca a ricostruire esattamente la dinamica e soprattutto la tempistica che ha portato al paziente zero, però - conclude Galli - ci potremo avvicinare».

AMBASCIATA: VIRUS NON VIENE DA LABORATORI MILITARI «In questi giorni, alcuni media hanno riportato che esiste la possibilità che il nuovo coronavirus presente a Wuhan possa essere fuoriuscito da un laboratorio militare situato nelle vicinanze. Ebbene, si tratta di informazioni tirate fuori dal nulla e completamente false». Esordisce così una dichiarazione del portavoce dell'ambasciata cinese in Italia diffusa sui canali social della rappresentanza diplomatica. «Il responsabile del Centro Cinese per la Prevenzione delle Patologie ha già detto chiaramente che, in base ai risultati degli studi condotti, il nuovo coronavirus ha una somiglianza superiore all'85% con il virus della Sars, quindi è altamente possibile che la trasmissione sia partita da animali selvatici», prosegue la dichiarazione. 

L'ambasciata assicura inoltre che «il governo cinese sta dando estrema importanza alla prevenzione e al controllo dell'epidemia e ha intrapreso misure senza precedenti a tal fine». «Si tratta - aggiunge la dichiarazione - di provvedimenti che hanno ottenuto un'alta considerazione e sono stati condivisi dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e da molti Paesi».

La Cina assicura che «continuerà a diffondere verso l'esterno informazioni sullo stato dell'epidemia in modo aperto, trasparente e con alto senso di responsabilità». La Repubblica Popolare, «mentre si impegna a rafforzare ulteriormente il lavoro di prevenzione e gestione dell'epidemia, continuerà ad aumentare la cooperazione internazionale e a unire le forze con tutta la comunità internazionale al fine di affrontare di concerto l'epidemia e di tutelare congiuntamente la sicurezza e la salute a livello regionale e globale».


TASK FORCE AL MINISTERO Al Ministero della Salute si è tenuta una nuova riunione della task-force sul coronavirus. Tra i presenti, oltre al ministro Roberto Speranza e alle altre autorità coinvolte, anche Ranieri Guerra, vice direttore dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Il ministero in una nota sottolinea che «anche questa mattina alle 9.30 si è riunita la task-force coronavirus 2019-nCoV, alla presenza del ministro Roberto Speranza nella sede di Via Ribotta a Roma. Alla riunione, tra gli altri, ha partecipato anche l'Assistant Director General dell'Oms Raniero Guerra».

Il ministero fa sapere che «prosegue il coordinamento con tutte le istituzioni internazionali competenti» e che «è stata verificata la piena operatività delle procedure di controllo avviate ieri negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Al momento - afferma il ministero della Salute - tutti i controlli procedono regolarmente». Si è, inoltre, tenuta una sessione di formazione, riferisce ancora il ministero «per una nuova equipe di medici e personale sanitario che rafforzerà ulteriormente i controlli negli aeroporti e che integrerà lo staff della sala operativa del numero verde 1500 attivo 24 ore su 24. Tra loro presenti anche i mediatori culturali che dialogheranno con i cittadini cinesi che si rivolgeranno al servizio». Per le informazioni generali è attivo e costantemente aggiornato il portale www.salute.gov.it.

BERLINO VALUTA EVACUAZIONE TEDESCHI A WUHAN La Germania sta valutando la possibilità di evacuare i cittadini tedeschi che si trovano a Wuhan, la città cinese da cui si è diffuso il Coronavirus. Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Adebahr, in conferenza stampa a Berlino. In queste ore, ha spiegato, si sta riunendo a Berlino un'unità di crisi su questa emergenza sanitaria. Sono 19 i cittadini tedeschi che «vivono, lavorano o studiano» a Wuhan. In Germania, ha poi aggiunto la portavoce del ministero della Sanità, ci sono tutti gli strumenti per «riconoscere eventuali casi di infezione, isolarli e trattarli».

RIMPATRIO FRANCESI IN SETTIMANA «Il rimpatrio dei francesi che desiderano lasciare la regione di Wuhan avverrà in settimana con mezzi aerei»: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ricevendo al Quai d'Orsay la stampa diplomatica per la tradizionale cerimonia di auguri di inizio anno. «Stiamo identificando i francesi che hanno intenzione di essere rimpatriati - ha detto Le Drian prima di assentarsi dalla cerimonia per un colloquio telefonico con il suo omologo cinese - in settimana si farà il rimpatrio. Ovviamente, queste persone, all'arrivo in Francia, saranno poste in quarantena».

GB LAVORA A RIMPATRI Il governo britannico afferma di essere «al lavoro» per rendere possibile ai cittadini del Regno residenti nella provincia cinese di Hubei, quella più colpita dall'epidemia di coronavirus, «l'opzione di partire». «Siamo al lavoro per rendere questa opzione disponibile - sottolinea un portavoce del Foreign Office in una nota diffusa oggi - date le pesanti restrizioni di viaggio (imposte nella zona) e le accresciute difficoltà d'accesso ai servizi consolari o all'assistenza medica». «La sicurezza e la tutela dei connazionali britannici è la nostra priorità numero uno», ha proseguito il portavoce precisando che il ministero degli Esteri «continua a monitorare la situazione e resta in stretto contatto con le autorità cinesi».
Una linea telefonica di assistenza ad hoc è stata intanto messa a disposizione di tutti i cittadini britannici residenti a Wuhan e nella provincia di Hubei. I media, e diversi sudditi di Sua Maestà bloccati in Cina, invocano un piano di evacuazione e rimpatrio generale che per il momento non è stato ancora annunciato. 

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