L'esito non è sempre scontato. Nel novembre scorso una giuria californiana si è pronunciata a favore di J&J proprio in un procedimento correlato all'amianto. Il processo Lanzo è il primo in New Jersey, Stato che ospita il quartier generale della J&J. L'azienda, insieme ad altre società specializzate nella produzione di talco, si trova a fronteggiare negli States migliaia di cause separate che insistono su un legame tra l'uso di talco sui genitali e il tumore alle ovaie.
Lanzo ha sostenuto davanti alla corte di aver usato prodotti della Johnson&Johnson come 'Shower to Shower' e 'Baby Powder' per decenni, e che proprio l'inalazione della polvere di talco avrebbe causato il suo mesotelioma. Dal canto suo J&J ha sottolineato che i propri prodotti a base di talco non contengono amianto, elemento divenuto un requisito legale indispensabile dagli anni Settanta nel Paese.
Nella causa intentata da Lanzo, la giuria ha diviso la responsabilità tra J&J (70%) e Imerys Talc (fornitore del minerale, 30%).
La coppia Lanzo aveva accusato la compagnia di aver nascosto ai consumatori informazioni sui rischi legati all'amianto nei suoi prodotti a base di talco fin dagli anni Sessanta. J&J ha assicurato di aver condotto test a tappeto per avere la certezza che i suoi prodotti non fossero contaminati. La corte, però, si è pronunciata a favore della coppia e inizierà la seconda fase del processo la prossima settimana, per considerare ulteriori misure. «Siamo delusi da questa decisione», ha detto Carol Goodrich, portavoce di J&J, rinviando ulteriori commenti al termine della vicenda.