«Siamo costretti ai lavori forzati, aiutateci», l'incredibile messaggio scoperto da una bambina in una cartolina di Natale

«Siamo costretti ai lavori forzati, aiutateci», l'incredibile messaggio scoperto da una bambina in una cartolina di Natale
di Tom Abram
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Martedì 24 Dicembre 2019, 22:20
«Siamo prigionieri stranieri nel carcere di Qingpu, a Shanghai. Siamo costretti a lavorare contro la nostra volontà, per favore aiutateci e denunciate il nostro caso ad un'organizzazione che difende i diritti umani», è l'appello proveniente da un carcere cinese, trovato da Florence Widdicombe, una bambina di 6 anni, in una cartolina di Natale acquistata in un supermercato Tesco a sud di Londra.

La bambina voleva scrivere 
nel biglietto decorato da un gattino con il cappello di Babbo Natale i suoi auguri per un'amica, ma quando l'ha aperto ha scoperto che era già stato usato. Il messaggio, scritto in stampatello per non far riconoscere la grafia, chiedeva anche di contattare un certo Mr Peter Humphrey. Florence ha quindi mostrato la cartolina al padre, che, cercando su Google, ha scoperto che Humphrey è un giornalista britannico arrestato in Cina e incarcerato per sei mesi proprio nella prigione citata nel messaggio.

Dopo essere stato contattato dai Widdicombe, Humphrey ha reso pubblica la vicenda. Secndo lui, gli autori potrebbero essere i suoi compagni nel periodo trascorso nella prigione di Shanghai tra il 2013 e il 2015, oltre 200 persone suddivise in 12 per cella, dotate soltanto di un letto arrugginito e di un materasso spesso non più di un centimetro. Il giornalista ha rivelato anche di aver riconosciuto la grafia, ma che non rivelerà il nome del detenuto: se dovesse essere scoperto, rischierebbe fino ad un mese in isolamento.

La compagnia di supermercati Tesco, nel grande imbarazzo che ha seguito la vicenda, ha subito interrotto i rapporti con i suoi fornitori cinesi ed annunciato l'apertura di un'indagine. «Siamo scioccati.
Non permetteremmo mai che le aziende che lavorano con noi usino campi di lavoro», ha fatto sapere il portavoce del gruppo. Ma è evidente che 
esiste, nel Regno Unito e non solo, un problema nel monitorare i fornitori dalla Cina, spesso preferiti per i bassi prezzi bassi dei loro prodotti.
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