La nuova vita di Aristide Barraud, ferito nella notte dell'attentato al Bataclan

La nuova vita di Aristide Barraud, ferito nella notte dell'attentato al Bataclan
di Fabrizio Ponciroli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Giugno 2019, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 19:29
C’era anche Aristide Barraud ai workshop organizzati da McFIT per un fitness pulito. L’ex rugbista francese, gravemente ferito durante l’attentato al Bataclan, è stato costretto a ritirarsi dall’attività agonistica a soli 28 anni. Oggi ha tanti altri interessi, soprattutto la scrittura: “Dopo l’attentato ho ricevuto tante proposte. Mi chiedevano di raccontare la mia storia a qualcuno che avrebbe poi scritto un libro su quei momenti. Non volevo tutto questo. Ero bloccato. Poi mi è arrivata un’offerta diversa. Mi si chiedeva di essere io a parlare di quanto accaduto, a modo mio, senza filtri o intermediari. Ho impiegato 12 mesi per rispondere. Avevo bisogno di tempo per riprendermi. Alla fine, ho accettato. L’ho scritto per me, è molto autobiografico. Ora ho terminato la mia seconda opera che non c’entra nulla con quanto accaduto al Bataclan. E’ un lavoro di fantasia”.



Un ragazzo che è ripartito grazie all’amore di tante persone: “Ho ricevuto tanti attestati di stima. Tanto amore, tanta forza. Sono stato, mio malgrado, protagonista di un evento traumatico a livello mondiale che ha toccato milioni di persone. Tutta quella gente che mi è stata vicina, mi ha permesso di fare un passo avanti, mi ha spinto a reagire. Con il passare del tempo, ho preferito concentrarmi su quello che ne avrei fatto di questa tragedia”. Cambiato anche il rapporto con il rugby, il primo, grande, amore di Aristide Barraud: “Il mio rapporto con il rugby è diverso. Mi tengo lontano da quello che è stato il mio sport. Lo guardo pochissimo. Vado in campo solo per aiutare alcuni ragazzi che seguo a migliorarsi. Comunque, ai prossimi Mondiali, farò l’inviato per un media francese ma racconterò il rugby in maniera diversa, dal mio punto di vista. Sceglierò io cosa raccontare”.

Chiaramente, quanto accaduto in quel drammatico 13 novembre 2015 ha obbligato l’ex mediano d’apertura a prendersi tante responsabilità e a diventare molto più coraggioso: “Non sai mai quanto sei forte, finché essere forte è l'unica scelta che hai… Non so se sia di Bob Marley ma è una frase che mi piace molto”.
Al 30enne francese piace molto l’Italia, Paese che ha imparato a conoscere a amare sin da giovane: “Ci sono venuto, per la prima volta, a 11 anni, grazie ad un’iniziativa scolastica. Sono stato ad Ascoli Piceno. E’ un ricordo bellissimo. Poi sono stato a Piacenza e in Veneto quando giocavo. Amo la cultura, il cibo e la leggerezza degli italiani. Una qualità che, a volte, può essere negativa ma che, qui in Italia, è una dote. Spero di visitarla ancora meglio. Vedere monumenti e chiese mi dà tanta gioia. Non sono ancora stato al Sud e non vedo l’ora…”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA