Amanda Knox il post: «La pandemia come la prigione. Ora tutti sanno cosa significa sentirsi perduti»

Amanda Knox il post: «La pandemia come la prigione. Ora tutti sanno cosa significa sentirsi perduti»
di Nico Riva
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 00:02

Amanda Knox ha pubblicato un lungo post intitolato "L'arte di essere perduti", nel quale dà i suoi consigli per affrontare questo estenuante 2020 e la pandemia che sta prosciugando energie fisiche, mentali ed economiche in tutto il mondo. La 33enne ha inoltre paragonato il senso di smarrimento diffuso in tutta la popolazione americana (ma non solo) a quello provato da lei in prigione, dopo la morte di Meredith Kercher a Perugia nel 2007. Inizialmente accusata dell'omicidio, Knox è stata poi assolta definitivamente nel 2015

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Come superare le incertezze e le difficoltà del 2020? Lo spiega Amanda Knox, una sorta di "esperta" a suo dire nel mondo dello smarrimento emotivo e sociale. Nonostante ciò, Knox sottolinea che non scambierebbe mai la sua vita con quella di un'altra persona. «La vita è una serie continua di problemi, ma i problemi sono anche opportunità», racconta la 33enne nel suo scritto "L'arte di essere perduti", pubblicato su Medium’s Forge

Nel testo, l'americana offre un parallelismo fra la sua esperienza in carcere in Italia, dopo la morte della connazionale Meredith Kercher, e la pandemia del coronavirus del 2020. «Ci sono voluti anni prima che fossi definitivamente assolta per un crimine che non avevo commesso. Ancora non so se riuscirò mai a ripulire del tutto la mia reputazione o se qualcosa avrà mai un impatto sulla mia vita forte come quel trauma. Mi sento perennemente persa. Quest'anno, il resto della Nazione si è unito al mio stato d'animo. All'improvviso, tutti stanno cercando di fare del proprio meglio per uscire da una situazione di m***a. Siamo alla deriva. Una sensazione a me profondamente familiare». Il senso di smarrimento che Knox ha provato nei quasi 4 anni di detenzione passati in Italia, prima dell'assoluzione nel 2015, e degli strascichi successivi, sarebbe quindi lo stesso che attanaglia milioni di persone oggi, a causa delle conseguenze dovute alla pandemia. 

Ecco dunque che l'americana si è sentita in dovere di offrire una sorta di guida, per muoversi in questo pantano di disperazione, amarezza, timore: «L'arte di essere persi» nasce da qui. Dal malessere e dall'incertezza che oggi, con la pandemia, la recessione economica e le imminenti elezioni presidenziali, hanno invaso gli Stati Uniti. Tuttavia, spiega Knox, tutto questo offre anche spazi per crescere, offre occasioni per migliorare se stessi. Ad esempio, Knox approfittò del tempo in prigione per imparare fluentemente la lingua italiana. «Studiavo per ore ogni giorno, per non sentirmi più vulnerabile e confusa, sia in tribunale che in cella. Questo mi ha aiutato anche a trovare più sicurezza e stabilità nella comunità della prigione, dove facevo da interprete e traduttrice per le altre donne che non conoscevano la lingua».

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

"Life, uh, finds a way."

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«Una volta tornata in libertà, la mia immeritata notorietà è stata un problema. Non potevo andare a scuola senza essere seguita dai paparazzi. Non potevo trovare un lavoro: chi mi avrebbe assunta con quel bagaglio? Fare amicizia o trovare l'amore al di fuori delle mie conoscenze precedenti era fuori discussione. E una volta che mi son iscritta sui social network, ho ricevuto una valanga di odio, misoginia, minacce di morte da parte di sconosciuti.

Ma anche quel problema è diventato un'opportunità per migliorare me stessa». 

«Mi sono trovata bloccata al centro dei riflettori, così ho deciso di trasformare questa condizione in una risorsa, per raccontare i vari problemi del nostro Paese. Oggi la nostra società è perduta, ma ciò che è stato vero per me, lo è per tutti. La pandemia ha devastato la nostra economia, ma ha messo finalmente al centro del dibattito la necessità di un'entrata minima sicura per tutti. La piaga della brutalità della polizia ha portato a scontri violenti, ma anche a un movimento enorme che vuole ricostruire da zero la sicurezza pubblica. La crisi costituzionale ci ha portati ad essere oggi più politicamente attivi di quanto non siamo mai stati in generazioni. Siamo perduti, ma impegnati», sostiene Amanda Knox. «Perciò, quando vi sveglierete domani, e sarete ancora nel 2020, chiedete a voi stessi: Cosa posso costruire in questo inferno, che nel più vecchio e più semplice mondo di prima non potevamo neanche immaginare?»

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