Lollobrigida: «Aboliremo reddito di cittadinanza. Leghisti? Niente veti ma evitare i bilancini»

Il numero 2 di FdI: sarebbe meglio se il centrodestra andasse alle consultazioni con una delegazione unitaria

Lollobrigida: «Aboliremo il reddito di cittadinanza. Leghisti? Niente veti ma evitare i bilancini»
Lollobrigida: «Aboliremo il reddito di cittadinanza. Leghisti? Niente veti ma evitare i bilancini»
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 28 Settembre 2022, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 17:54

Onorevole Francesco Lollobrigida facciamo un salto in avanti: fine ottobre, governo formato, quali sono le prime 3 misure?
«Dobbiamo prima capire che disponibilità c'è nella manovra finanziaria ma esistono delle contingenze, come l'emergenza bollette che sono prioritarie. Il primo cdm spero partirà da qui».

E il reddito di cittadinanza?
«Ragioneremo con gli alleati sulle tempistiche per non impattare le sacche di disagio che si sono create.

Senza dubbio si andrà verso l'abolizione, dando sostegni adeguati a chi non può lavorare».

C'è chi dice che la legge di bilancio la scriverete a quattro mani con Draghi..
«Non so quante mani ci lavoreranno ma è la manovra più importante dell'anno e va affrontata a ridosso delle elezioni. Nasce dalla nota di aggiornamento dal Def dell'attuale governo, per cui formalmente o meno ci sarà un confronto».

Non è che avete vinto troppo rispetto a Lega e FI. C'è un problema di equilibrio?
«Basta guardare al pregresso. Abbiamo fatto parte di 14 governi insieme, con maggioranze ampie e posizionamenti diversi, e non abbiamo mai avuto problemi. Per governare non usiamo il bilancino e non guardiamo alle tessere di partito ma alla qualità».

Alle consultazioni andrete insieme?
«È presto per parlarne. Io confermerei una presenza unitaria».

E la formazione del governo? Girano molti nomi.
«Solo chiacchiere e proposte».

Ma c'è un veto sui ruoli chiave ai leghisti?
«Non ragioniamo mai partendo da veti. Troveremo persone di qualità per tutti i ruoli».

Si sa che ha conquistato Arianna, sua moglie e sorella di Meloni, con un enorme mazzo di rose. Con Giorgia com'è scoccata la scintilla?
«È stata Arianna a conquistare me, i fiori erano un tributo a questo atto (ride ndr). Con Giorgia abbiamo condiviso tanto: prima in ambito giovanile, poi nel consiglio provinciale di Roma dove eravamo allo stesso banco. Abbiamo un rapporto consolidato».

In realtà lei era il capo quando siete stati eletti nel '98 alla provincia.
«Ero solo più grande di lei. Avevo 26 anni e lei 21, non c'era una gerarchia».

Eravate insieme anche quando FdI valeva il 4%. Come si porta un partito in alto in fretta?
«Anche all'1,97% se è per questo. Ci vogliono coraggio, lealtà e coerenza. Infine serve la competenza, maturata sul campo. Vede io a parte il sindaco non c'è un ruolo elettivo che non abbia ricoperto. Poi il lavoro da fare è parlare agli italiani. Noi eravamo poco percepiti all'inizio, restavamo nella soglia psicologica del voto inutile. Quando alle europee del 2019 lo abbiamo superato è scattato un meccanismo di attenzione che ci ha permesso di arrivare a tutti».

Sua moglie preferirebbe che continuasse a fare il Capogruppo alla Camera..
«Io sono soddisfatto e la sfida di guidare un gruppo così grande è interessante. Poi sono a disposizione. Mi hanno già fatto ministro del Mare, delle Infrastrutture, poi dei rapporti con il Parlamento e sottosegretario. Nessuno mi manda allo Sport però, almeno andrei a vedermi le partite».

 

Ha stupito l'assenza di festeggiamenti.
«Ora non si può far festa. C'è una crisi, l'inflazione, la guerra, le bollette...»

Un brindisi l'avrete fatto.
«La sera al comitato sì ma con moderazione perché c'erano troppi giornalisti. Festeggeremo con i primi risultati di governo».

Rimandate all'abolizione del reddito?
«Andare sul balcone perché si è abolita la povertà porta male. Quando scende il tasso di disoccupazione magari».

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