Trump-Biden, quanto hanno contato le donne in questa campagna per l'elezione

Trump-Biden, quanto hanno contato le donne in questa campagna per l'elezione

di Maria Latella
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Martedì 27 Ottobre 2020, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 11:47

Quanto hanno contato le donne in questa campagna per l'elezione del presidente degli Stati Uniti? Come sempre, più di sempre, peseranno molto sul fronte dei voti. Su quello dello show della politica, invece, Melania Trump e Jill Biden, non sembrano aver avuto un ruolo determinante. Sicuramente più ridotto rispetto a quello giocato da Michelle Obama o Nancy Reagan.

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O perfino dalla riservata Laura Bush, che per assicurare al marito George W. il secondo mandato si impegnò molto, tanto da aprire, in uno sfolgorante abito rosso, la convention repubblicana di New York. Anno 2004.
Ma prima di occuparci di Melania Trump e di Jill Biden, è forse più utile analizzare atteggiamenti e cambiamenti delle elettrici americane.

Nel 2020 è emersa sempre più netta una differenza di genere. Non c'è solo un'America elettoralmente divisa tra americani delle due coste e americani della Rust belt o della Bible belt. Ora c'è anche un'America divisa dal gender.
Un sondaggio condotto in Iowa, uno stato sempre decisivo e nel quale nel 2016 Trump vinse col 51,2 per cento dei voti contro il 41,7 per cento incassato da Hillary Clinton, in Iowa, insomma, le elettrici sono più propense a votare per Biden mentre gli elettori maschi continuerebbero a votare per Trump.

 


Altro elemento nuovo rispetto a quattro anni fa: le suburban women, le americane benestanti che vivono nelle ville rese popolari dalla serie tv Desperate housewives, loro che nel 2016 furono tra le chiavi del sorprendente successo di Trump, sarebbero ora molto più tiepide nei confronti dell'attuale inquilino della Casa Bianca.

Tra le ragioni di questa disaffezione, racconta il Financial Times, i toni estremisti, vicini a quelli usati dai suprematisti bianchi, adottati da Trump per contrastare il movimento Black live matter.

Anche il penultimo dibattito, quello nel quale Trump aveva duramente attaccato Biden, non sarebbe piaciuto alle elettrici repubblicane e infatti nell'ultimo confronto televisivo Trump ha scelto toni molto più istituzionali.
La terza novità di questa campagna è infine anche la più interessante: nel 2020 le donne americane hanno investito molto nelle donazioni ai candidati. Perché guadagnano di più, certo. Ma anche perché le simpatizzanti democratiche si sono mobilitate più di quanto non fecero nel 2016 per Hillary Clinton.


Nel 1990 le donatrici costituivano una parte residuale del totale: erano appena il 24 per cento. Nel 2016 rappresentavano già il 37 per cento. Quest'anno (dati del Center for Responsive Politics) sono al 44 per cento.
Tra i donatori che hanno puntato su Trump, il 37 per cento sono donne. Tra quelli che hanno puntato su Biden, le donne sono invece il 48 per cento.

Se sul fronte delle elettrici, dunque, le novità ci sono e non di poco conto, su quello delle first ladies non molto è successo in questi ultimi mesi. Di Melania si è parlato per The art of her deal, la biografia scritta dalla giornalista del Washington Post Mary Jordan.

Quanto a Jill Biden, sempre molto presente accanto al marito, in Italia ha catturato qualche attenzione quando, incontrando la comunità italoamericana, abbiamo scoperto le sue origini siciliane.
Di entrambe forse dice molto l'analisi del body language. Salendo sul palco al termine dell'ultimo dibattito tv tra Trump e Biden. Jill, 69 anni molto ben portati e un vistoso tubino a motivo floreali, si è stretta al candidato democratico in un abbraccio affettuoso. Melania, statuaria in un elegante Dior nero adatto anche a un funerale, ha preso posto accanto al marito, ma senza muovere un muscolo. E men che meno un braccio.

 
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