Priorità dubbia/La pretesa delle toghe che ignora i più fragili

Priorità dubbia/La pretesa delle toghe che ignora i più fragili

di Carlo Nordio
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Lunedì 29 Marzo 2021, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 00:17

Come se non bastassero il colossale pasticcio combinato dall’Europa nella contrattazione e nella distribuzione dei vaccini, e quello dello Stato nell’omettere, fino all’intervento di Draghi, un criterio omogeneo e razionale della loro somministrazione. Come se non bastassero gli incomprensibili e scandalosi privilegi concessi da varie Regioni nella concessione di un farmaco salvavita a chi in pericolo di vita non versava.

Come se non bastassero il crollo della fiducia dei cittadini nell’Europa, dimostratasi inetta, e nello Stato, dimostratosi fino a ieri disattento e confusionario. 
Come insomma se non bastasse l’ondata di sospetto che si è abbattuta sulle varie istituzioni preposte a gestire questa aggressione del Covid che da “guerra lampo” si è trasformata “in drole de guerre”, cioè in una strana guerra gestita da ciascuno come meglio gli pare, ecco l’ultima notizia: l’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, non solo lamenta che «le linee guida del Parlamento non prevedono più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia», ma adombra addirittura, pur nel velato linguaggio burocratese, «la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente».


Credo che il cittadino, a cominciare dagli anziani magistrati come chi scrive, ne abbia tratto una sensazione di sorpresa, di disgusto e di ribellione. Sorpresa per un atteggiamento che farà precipitare - ammesso che ci sia ancora lo spazio per precipitare dopo le rivelazioni di Palamara - la credibilità delle toghe nella considerazione generale. Disgusto per una manifestazione di presunzione che sconfina nell’arroganza. E ribellione perché la larvata minaccia di sospensione è tanto più grave in quanto proveniente da chi dovrebbe garantire la legalità e, vorremmo dire, anche la Giustizia e il buon senso.


Perché questo nostro sgomento? Perché il raziocinio e la solidarietà civile indicano, come prioritarie, due sole categorie. La prima è quella degli operatori sanitari, per la semplice ragione che se scoppia un incendio le prime maschere antigas le devi dare ai pompieri incaricati di spegnerlo. E la seconda è quella dei soggetti fragili, equamente divisi secondo le fasce di età e la sofferenza di patologie che ne aumentano il rischio. 
Tutte le altre possono accampare, e magari lo fanno, criteri diversi: la scuola, la produzione industriale, il commercio, la cultura, il rito religioso ecc.

Ma solo dopo l’esaurimento delle altre due, come finalmente pare abbia deciso questo governo.


Quanto ai magistrati, la loro professione non è più a rischio di tante altre. Al contrario. L’autorità, e anche la forza, di cui dispongono, consentono controlli rigorosissimi agli accesi alle aule di giustizia. E, sia detto a onore di moltissimi presidenti, queste precauzioni sono state rispettate senza alcuna conseguenza negativa, dimostrando che, con un’adeguata organizzazione l’inevitabile rallentamento dei processi non aumenta più di tanto la crisi della Giustizia. 
Per questo chiedere, o addirittura pretendere, una corsia preferenziale, è ingiustificato dal punto di vista razionale, e odioso sotto quello etico. E comunque, tanto per citare il solito Fouché, se non è un crimine è anche peggio, è un errore.


Un’ultima considerazione. Il governo sta apprestando, pare, un decreto legge che conferisca uno scudo penale ai medici impegnati nella vaccinazione. Per piacere, faccia presto. La notizia che alcuni di loro sono stati indagati per aver inoculato un vaccino approvato dall’autorità, disciplinato dalla legge e imposto dalla deontologia, credo abbia fatto il giro del mondo, esponendoci al ridicolo.
Se i camici bianchi, che per fortuna si sono dimostrati assai più responsabili delle toghe, minacciassero di sospendere le vaccinazioni, come l’Anm minaccia di fare con i processi, i cittadini potrebbero essere tentati di rivolgersi al generale Figliuolo per chiedergli di suonare, se non la tromba del Giudizio, forse quella dell’Adunata.

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