Migranti, Conte: «Non arretriamo di un millimetro, sì alla rotazione dei porti»
Il quale sbaglierebbe se pensasse di risolvere il problema in modo esclusivamente nominalistico, accontentandosi di dichiarazioni di intenti e di mera disponibilità di altri Paesi. I nodi, dunque, sono due. Primo. La distribuzione dei migranti, in attesa dellaloro definizione (di economici o di rifugiati), avverrà prima o dopo questo accertamento? In altre parole: Germania, Francia e gli altri Paesi si prenderanno la loro quota di spettanza entro le fatidiche quattro settimane dall’arrivo dei profughi, e procederanno per conto loro all’istruttoria, sollevando il Paese di approdo ( cioè l’Italia) da questo compito lungo e gravoso? Pare di sì, e in questo caso avremmo fatto un gran passo avanti, e dovremmo ringraziare il governo per la sua abilità ed efficienza.
Naturalmente resta l’incognita dell’Europa, e delle eventuali sanzioni nei confronti degli Stati refrattari o inadempienti. Le prossime quattro settimane saranno quindi decisive. Secondo. I rimpatri. Come si è detto varie volte, il provvedimento di espulsione è un atto puramente cartaceo e privo di conseguenze pratiche, perché la materiale apprensione dell’espulso e la sua riconsegna allo Stato di provenienza è dannatamente difficile: perché il suo Paese spesso non lo riconosce o non lo vuole, oppure perché il clandestino è irreperibile, o semplicemente perché, una volta individuato, commette un reato, il che gli consente di restare in Italia fino al giudizio definitivo. Finora questo aspetto è stato affrontato in modo ideologico e astratto, perché in realtà è quello più difficile da risolvere. Che faranno allora gli Stati, una volta accertate l’entrata e la permanenza di questi migranti senza titolo? Troveranno un modo di concordare una “adprehensio” europea e un rimpatrio distribuito e immediato, oppure si rimpalleranno le responsabilità rispedendo questi soggetti là dove sono entrati, come sta accuratamente facendo la Francia che ancora una volta ha bloccato Ventimiglia? Ecco, questi sono i due problemi. Sono problemi che richiedono non risposte, ma fatti. E nei prossimi giorni ne vedremo gli esiti. Tuttavia, ripetiamo, il governo commetterebbe un errore fatale se sottovalutasse l’attenzione con cui questa vicenda viene seguita. E non solo da Salvini, ma dalla stragrande maggioranza degli italiani.