Terni, un "Chiringuito" al posto dell'edicola di piazza San Francesco.
La rivoluzione è scoppiata

Terni, un "Chiringuito" al posto dell'edicola di piazza San Francesco. La rivoluzione è scoppiata
di Aurora Provantini
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Domenica 6 Marzo 2022, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 14:54

TERNI - La rivoluzione è dietro l’angolo. E parte da piazza San Francesco. Dove la storica edicola di Valter Galvani, chiusa quattro anni fa, diventerà un “Chiringuito”, chiosco tipico della zona dell’Andalusia dove si vendono bevande e stuzzichini. Un cocktail bar, per intenderci. Ad investire in una delle più belle piazze del centro cittadino sono tre giovani imprenditori, due di Roma (Simone Guarino e Manuel Guarcini) e uno di Terni (Daniele De Luca). «Il nostro sogno è farne proprio un Chiringuito, anche se non escludiamo altre soluzioni per quella struttura già esistente». Tutti under 30, come si dice nell’era post campagna di vaccinazione anti SarsCov2. Decisi a ridare vita all’ex rivendita di giornali. Si parla molto di rigenerazione urbana quale processo necessario a restituire alla collettività beni immobili abbandonati, rimuovendo il degrado. La riconversione del chiosco in una sorta di bar ne è un esempio. E la nuova destinazione d’uso si lega alla vocazione di quella zona, tra via Lanzi, via Fratini e piazza dell’Olmo, nel bel mezzo della Movida. Per la prima volta dopo tanto tempo le saracinesche erano sollevate la mattina di sabato 5 marzo 2022: i nuovi proprietari stavano prendendo le misure con il metro da cantiere, ragionando su come utilizzare al meglio quei venti metri quadrati di superficie di vendita. Sono state sufficienti pochissime ore, necessarie comunque a valutare gli spazi da arredare, gli interventi da programmare, l’esposizione, gli affacci. Una trasformazione sperimentata in pochissime altre città d’Italia. Perché ormai la maggior parte delle edicole diventa altro: hub, minimarket, punto di ritiro pacchi per agevolare i servizi di e-commerce. A Terni diventa un “Chiringuito”. Il primo. Un modo giovare per restituire nuova vita a quel luogo di abitudini consolidate della quotidianità, dove le persone andavano regolarmente per acquistare un giornale, per socializzare, per discutere di politica. 

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