La nutrizione nel Welfare Sanitario

La nutrizione nel Welfare Sanitario
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 12:00

Con la dottoressa Silvana Di Martino parliamo di nutrizione e come l’attenzione a ciò che mangiamo possa e debba essere favorita dal welfare aziendale

Oggi l’assistenza sanitaria privata garantisce prestazioni non più erogate dal welfare pubblico riducendo i tempi di attesa. Tutto questo è definito il “ Welfare Sanitario Aziendale”. Da un punto di vista nutrizionale l’alimentazione svolge un ruolo chiave nella prevenzione e benessere del lavoratore, ed il welfare aziendale attento va ad utilizzare come strumento il prendersi cura della salute dei lavoratori educandoli ad uno stile di vita sano. La salute è il bene più prezioso!

Ippocrate, padre della medicina, diceva: “Noi siamo ciò che mangiamo. Fai che l’alimento sia la tua medicina e che la tua medicina sia il tuo alimento”. Ed è proprio dal cibo che parte la prevenzione di una molteplice lista di malattie (tumori, diabete, malattie circolatorie e neurodegenerative come Alzheimer e SLA). La vita sedentaria da ufficio a volte non permette di fare una buona attività fisica e costringe spesso a mangiare in luoghi affollati, preferendo piatti freddi e da” junk food”.

Inoltre nei piccoli ritagli di pausa si preferiscono spuntini ricchi di acidi grassi e ipercalorici, molte volte presenti nei comuni distributori automatici delle aziende che, apparentemente saporiti, regalano solo calorie e aumenti percentuali di ipercolesterolemia. Senza considerare che i cibi grassi e zuccherini possono esercitare un’azione diretta sulla produzione ormonale, la digestione lenta influenza le ore successive alla colazione e al pranzo: stanchezza, sonnolenza, malumore, tutto questo rallenta le reazioni fisiche e mentali, diminuendo la resa lavorativa ed il livello di attenzione. Perciò è di fondamentale importanza da parte dell’Impresa dotare i luoghi di lavoro di distributori di frutta e verdura pronte al consumo.

Uno stile di vita sano comporta l’assunzione di 5 pasti al giorno evitando cibi troppo calorici con alto tasso di zuccheri e grassi, considerando l’assunzione di 3 porzioni di verdure e 5 di frutta al giorno. La prevenzione viene assolutamente fatta a tavola senza saltare i pasti e mangiando in modo giusto.

Le giuste scelte alimentari migliorano la qualità della vita e rendono la giornata lavorativa meno faticosa. Questo comporta la volontà sia delle persone che delle aziende di promuovere stili di vita coerenti con un futuro in salute. Quindi compito del capo aziendale è promuovere la cultura della nutrizione equilibrata e salutare in ambito lavorativo e aziendale, essendo consapevole del legame profondo esistente tra alimentazione e performance lavorativa. Nell’ambito di un progetto di welfare nutrizionale integrato vanno messi a punto programmi di formazione e informazione preparati da figure competenti in campo medico, biologico e alimentare, basati sui principi della dieta mediterranea, escludendo i digiuni inutili e assurdi ed evitando diete alla moda pubblicizzate da influencer di turno e giornali. Ricordando che il metabolismo basale è qualcosa che va calcolato unitamente ad eventuali patologie.

Alla base di un sano approccio con il cibo non deve esserci un atteggiamento restrittivo o privativo ma la consapevolezza alimentare, con tutto il suo valore rituale e di soddisfazione sensoriale che genera. Tutto ciò deve muoversi all’interno delle linee guida dettate dai principali organismi di vigilanza sulla salute alimentare, sia europei che mondiali, Organizzazione Mondiale della Sanità, Linee guida europee etc. e devono tenere conto delle abitudini personali, familiari e devono essere rispettose dei dettami religiosi ed etici dei singoli. Le informazioni passate ai dipendenti devono prevedere incontri informativi sulle corrette abitudini alimentari e sull’importanza del cibo anche per le sue implicazioni sociali e mediche; nelle aziende con un numero importante di dipendenti e in cui ci sono mense e punti ristoro aziendali, occorre divulgare la cultura della corretta gestione nutrizionale.

Prevenire è meglio che curare!

dottoressa Silvana Di Martino

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