Squinzi, sui contratti è scontro con i sindacati: «Stop trattative, posizioni irrealistiche»

Squinzi, sui contratti è scontro con i sindacati: «Stop trattative, posizioni irrealistiche»
di Giusy Franzese
2 Minuti di Lettura
Martedì 6 Ottobre 2015, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 20:10
Confindustria chiude la porta della riforma del modello contrattuale. Il presidente dell’associazione degli industriali, Giorgio Squinzi, è chiarissimo: «Ci siamo resi conto dell’impossibilità di portare avanti qualunque trattativa con il sindacato. Non abbiamo margini di manovra per poter proseguire il colloquio sui contratti nel modo tradizionale. Per noi è un capitolo chiuso».



Niente più tavoli, quindi, tecnici o “politici” che siano. La decisione è diretta conseguenza dello strappo di Cgil e Uil che, un paio di settimane fa, hanno disertato il primo incontro tecnico in programma a viale dell’Astronomia, ponendo come pregiudiziale alla messa a punto di un nuovo modello, la chiusura dei rinnovi in corso, alimentaristi e chimici in primo luogo. Confindustria chiedeva invece una sorta di binario parallelo.



Per Squinzi le posizioni di Camusso e Barbagallo «sono irrealistiche». «Se il sindacato fa così non ci sono più margini. Sono mesi, almeno da luglio, che ci prendono a schiaffoni e rinunciano a tutte le nostre aperture. Ne prendiamo atto» ha quindi annunciato ala stampa il numero uno di viale dell’Astronomia, uscendo da Assolombarda al termine di un incontro con una quarantina di presidenti delle categorie interessate ai rinnovi nei prossimi mesi.



Entro 48 ore Confindustria diramerà una sorta di decalogo alle categorie a cui attenersi durante le trattative per i rinnovi. Sarà di fatto una sintesi del documento approvato all’unanimità a fine luglio dal Consiglio generale di Confindustria.



A questo punto, per la revisione del modello contrattuale, potrebbe scendere in campo il governo con una legge. Il premier l’ha ventilato più di una volta, proprio temendo il fallimento dell’intesa tra le parti sociali. Un’ipotesi che Squinzi mette in conto, pur con qualche timore: «Ci auguriamo che non si combinino dei danni».



La riforma dei contratti per legge non piace alla Cisl (unica sigla sindacale che non disertò l’incontro).«Io non mi arrendo: le parti sociali devono svolgere fino in fondo il loro ruolo e assumersi le loro responsabilità» ha detto la leader Annamaria Furlan.
A via Po sono coscienti che un nuovo modello di contrattazione è indispensabile: l'ultimo (scaduto) «appartiene al passato, è evidente che abbiamo bisogno di uno nuovo, mantenendo il contratto nazionale ma puntando sulla produttività e quindi sul secondo livello» spiega Furlan. La quale, in vista della legge di Stabilità, si augura che il governo dia una mano: «Spero si ripristini la detassazione di produttività».