Statali, il governo gela i sindacati: nessuna apertura su rinnovi contrattuali e precari. Madia: con mobilità nessuno perderà il posto

Statali, il governo gela i sindacati: nessuna apertura su rinnovi contrattuali e precari. Madia: con mobilità nessuno perderà il posto
di Luca Cifoni
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Martedì 18 Novembre 2014, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 14:30
ROMA - Niente soldi per gli aumenti contrattuali dei dipendenti pubblici, almeno per il 2015.

Forse nessuno dei sindacalisti presenti all’incontro con il governo si aspettava in realtà una marcia indietro sul nodo più delicato, e puntualmente Marianna Madia ha confermato che al momento non sono previste in bilancio risorse finanziarie. Ma ha anche aggiunto di non poter prendere impegni precisi nemmeno per il futuro. L’offerta del Governo, al momento, consiste in una riapertura del dialogo su contrattazione decentrata, natura del rapporto di lavoro, e parte normativa del contratto. Palazzo Chigi invita le parti sociali «a non sprecare l’occasione di confronto». Ma ai segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, presenti all’incontro insieme ai rappresentanti di categoria del pubblico impiego, questo non può bastare. Come unica nota positiva hanno registrato un certo cambiamento nei toni, una qualche apertura al dialogo, che però non sono sufficienti da soli a cambiare le cose.



LA MOBILITAZIONE

A questo punto la palla torna alle categorie, che prenderanno le proprie decisioni nelle prossime ore: l’incontro è previsto domani. Se la vertenza riguardasse solo il pubblico impiego, ci sarebbero pochi dubbi sull’esito: nella mobilitazione unitaria dello scorso 8 novembre era stato indicato lo sciopero come risposta ad una chiusura da parte del governo. C’è però un problema politico: Cisl e Uil hanno forti difficoltà a confluire su una data, quella del 5 dicembre, indicata dalla Cgil per lo sciopero generale. E d’altra parte escogitare un calendario diverso a questo punto non è facile, con l’avvicinarsi delle festività natalizie e gli avvertimenti già lanciati dal Garante a proposito dell’astensione dal lavoro nei servizi pubblici. A stretto giro di posta, appena concluso l’incontro, è arrivato l’annuncio di Francesco Scrima, coordinatore Lavoro pubblico per la Cisl: «Proclameremo lo stato di agitazione e intensificheremo la mobilitazione per il rinnovo del contratto». Resta da vedere quale sarà il punto di arrivo. Per ora la sola Ugl si è detta disposta allo sciopero nella stessa giornata del 5 dicembre.

Quel che è certo è che il governo (della delegazione non faceva parte il sottosegretario Delrio, impegnato nelle zone alluvionate) ha messo sul tavolo anche meno di quello che alcuni interlocutori si attendevano. Nel ribadire la non disponibilità delle risorse finanziarie, il ministro della Pubblica amministrazione ha voluto specificare che la riapertura dei contratti è un obiettivo del governo, insomma che il blocco non sarà infinito. Ma non ha fatto il passo successivo che le veniva richiesto da Anna Maria Furlan a nome della Cisl: impegnarsi a reperire le risorse nella prossima legge di Stabilità assicurando però il recupero retroattivo - ai fini degli aumenti - dell’anno 2015. Madia ha spiegato che dare una garanzia di questo tipo «non sarebbe serio» e ha ricordato come una parte consistente di dipendenti pubblici usufruisca del bonus di 80 euro al mese destinato ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 26 mila euro l’anno. Un argomento che non piace per niente ai rappresentanti dei dipendenti pubblici: proprio ieri del resto la stessa Cisl aveva presentato uno studio basato sui dati delle dichiarazioni dei redditi per sostenere che l’effetto della riduzione Irpef è stato già annullato dalla crescita degli altri tributi sulle famiglie.



GLI ALTRI CAPITOLI

Aperture non sono arrivate nemmeno su altri capitoli della vertenza. Sulla stabilizzazione dei precari si attendeva ad esempio qualche impegno concreto, ma Madia ha detto che - al di là di quanto previsto per la scuola - le assunzioni potranno avvenire solo «compatibilmente con le risorse finanziarie». Sulla mobilità la garanzia è che «nessuno andrà a casa» ma a questa posizione il segretario designato della Uil Barbagallo ha replicato parlando di possibili «licenziamenti bianchi», portando il caso di una lavoratrice madre eventualmente spostata a cinquanta chilometri di distanza. Anche su possibili revisioni della legge Brunetta l’esecutivo si è mantenuto sul generico.



Così al termine dell’incontro Susanna Camusso ha fatto la sintesi spiegando che dal governo è arrivato «qualche auspicio dal futuro, ma nessuna risposta». E gli altri segretari generali seduti accanto a lei nella conferenza stampa a Palazzo Chigi non hanno potuto far altro che convenire.