Province, niente di fatto tra governo e sindacati: la protesta continua

Province, niente di fatto tra governo e sindacati: la protesta continua
di Luca Cifoni
1 Minuto di Lettura
Martedì 23 Dicembre 2014, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 18:29
Un mezzo impegno per i circa 2.500 precari e la disponibilità generica a discutere sulle modalità di ricollocazione dei 20 mila dipendenti provinciali in esubero.



Troppo poco, dal punto di vista dei sindacati, che sono usciti insoddisfatti dall'incontro di oggi con Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione e Maria Teresa Lanzetta, responsabile degli Affari regionali. Dunque proseguirà la mobilitazione che in questi giorni ha portato ad occupare le sedi delle istituzioni semi-abolite dalla riforma Delrio, e presto potrebbero essere messe in campo anche altre iniziative.



La questione più urgente è proprio quella dei circa 2.500 lavoratori il cui contratto scade il 31 dicembre. Madia ha promesso di portare il tema della proroga sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani, già impegnato con dossier pesanti quali il disegno di legge sul lavoro, l'assetto dell'Ilva e la riforma fiscale, aggiungendo però che la decisione finale spetterà al presidente del Consiglio (il quale naturalmente dovrà tener conto anche del parere del ministro dell'Economia a proposito della relativa copertura finanziaria.



Sul nodo più generale, il destino dei dipendenti che dalle Province dovrebbero passare alle Regioni e ai Comuni, oltre che allo Stato (ad esempio negli uffici giudiziari) non si sono per ora altri appuntamenti, se non la riunione dell'Osservatorio sull'applicazione della legge 56/14 (quella che ha trasformato le Province in “enti di area vasta”) in programma per gennaio. Il governo si è attestato sulla linea del "nessuno perderà il posto" contando soprattutto sui tempi lunghi per la gestione degli esuberi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA