Poste Italiane, varato nuovo piano: 3 miliardi di investimenti in 5 anni e 8 mila assunzioni

Poste Italiane, varato nuovo piano: 3 miliardi di investimenti in 5 anni e 8 mila assunzioni
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Martedì 16 Dicembre 2014, 20:41 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 08:22

Tre miliardi di investimenti in cinque anni, 8 mila assunzioni e nessun licenziamento, enfasi sullo sviluppo del digitale, ritorno alla crescita della reddittività e fatturato in salita verso i 30 miliardi nel 2020, con una raccolta di risparmio di 500 miliardi.

Sono questi i punti principali del piano strategico 2015-2019 varato oggi da Poste Italiane. L'a.d. del gruppo Francesco Caio lo ha definito «un programma di crescita in investimenti, tecnologia e persone, per un'azienda più trasparente e competitiva al servizio del Paese». Caio ha anche sottolineato che questo «è un piano di sviluppo, per questo non sono previsti licenziamenti ma prosegue il programma di uscite agevolate già iniziato nel 2010». Nel piano sono pianificate anche 8 mila assunzioni, di cui la metà sarà fatta tra giovani laureati e nuove professionalità, e la creazione di una «corporate university» che riqualificherà 7 mila dipendenti.

Per quanto riguarda i 3 miliardi di investimenti saranno invece indirizzati a infrastrutture e piattaforme digitali per innovare l'offerta, di cui 500 milioni per la riqualificazione e la sicurezza degli uffici postali.

Le aree su cui il gruppo punterà nei prossimi cinque anni sono tre: logistica e servizi postali, pagamenti e transazioni e assicurazioni e risparmio. Nel primo settore, ha spiegato Caio, si assisterà a una «rimodulazione dei prezzi: i cittadini sono abituati a pagare meno per consegne lente e di più per quelle veloci e ci adegueremo».

Anche i servizi cambieranno e saranno differenziati, con l'ipotesi di consegna della posta tradizionale a giorni alterni e nel pomeriggio. Ci sarà poi una forte spinta verso l'e-commerce con la possibilità di farsi recapitare pacchi negli uffici postali e il rafforzamento della partnership con Amazon. Il gruppo vorrebbe infatti arrivare a una quota di mercato del 30% nel settore business to consumer. In questo settore, come in quello delle carte di pagamento e di fedeltà, si potrebbero registrare anche diverse sinergie con Alitalia.

La spinta verso il digitale è presente in tutti i punti del piano: «l'Italia è in transizione da un'economia tradizionale a una digitale - ha detto l'a.d. - Poste è accompagnatore di famiglie e imprese in questo passaggio, perchè l'Italia è all'ultimo posto tra i paesi più industrializzati per pagamenti elettronici e possiamo giocare un ruolo importante nell'alfabetizzazione digitale».

L'obiettivo del piano è infatti di passare da 20 a 30 milioni di carte di pagamento. L'ultimo punto su cui si concentreranno gli sforzi di Poste è quello delle assicurazioni e del risparmio, dove si punta a passare da 420 a 500 miliardi di euro di raccolta. «La nostra sfida - è la visione di Caio - è quella di portare ad ampie fasce del mercato prodotti finanziari un pò più rischiosi, dando l'opportunità alle famiglie di mettere a budget rendimenti che i titoli tradizionali non danno più».

Infine, fa parte del piano anche la privatizzazione dell'azienda per la quale, ha spiegato Caio, nei prossimi mesi dovrebbe essere definita una tabella di marcia con l'azionista.

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