Padoan: crescita 2014 molto inferiore al previsto

Padoan: crescita 2014 molto inferiore al previsto
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Domenica 17 Agosto 2014, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 18:03
Ci aspettiamo una crescita molto inferiore al previsto per il 2014. Cos, intervistato da Bbc4, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, risponde a una domanda sulla prossima revisione delle stime del Governo, che nel Def (Documento ei edonomia e finanza) aveva previsto un pil in aumento dello 0,8% (contro lo 0,2% stimato da Bankitalia e Confindustria e lo 0,3% del Fondo monetario internazionale). La scarsa crescita, spiega Padoan, «non è dovuta al fatto che le riforme non sono state fatte, ma è un problema di lungo termine».



«Il programma delle riforme tuttavia non cambia - ha continuato Padoan -. Quello che cambia è che per la ripresa in Italia, ma anche in Europa, ci vorrà più tempo del previsto. Sfortunatamente e non lo dico come una scusa, ci siamo tutti sbagliati. Intendo organizzazioni internazionali, governi e via di seguito. Tutti prevedevamo una crescita maggiore per quest'anno nella zona euro e nessuno fino ad ora ci ha visto giusto».



«Le riforme sono efficaci sulla crescita ma ci vuole tempo. Sono più che sicuro che le riforme che stiamo mettendo in campo porteranno benefici nel medio termine, ovvero nei prossimi due anni - ha continuato Padoan - risentiamoci tra 18 mesi e vediamo cosa è successo», ha aggiunto, riferendosi direttamente all'intervistatore.



«È vero che il percorso delle riforme in Italia non è stato brillante ma il governo attuale è diverso», ha proseguito Padoan. «Noi stiamo lavorando proprio per fare le riforme e renderle effettive», ha rimarcato il ministro.



Per affrontare e contrastare la crisi «tutti gli attori in campo facciano la loro parte», ha poi rilevato Padoan parlando del ruolo che potrebbe avere la Bce di Mario Draghi negli attuali scenari. «Quello che vorrei vedere - ha detto il ministro - è che tutti facciano la loro parte. Per la Bce questo sinifica - ha proseguito - essere coerente nel portare l'inflazione un'altra volta vicina al 2% che è una cifra ragionevole» anche se «molto lontana dagli attuali livelli».