Telefonia, solo 45 giorni per presentare i reclami? L'Unc: «Agcom e Antitrust intervengano»

Telefonia, solo 45 giorni per presentare i reclami? L'Unc insorge: «Agcom e Antitrust intervengano»
Telefonia, solo 45 giorni per presentare i reclami? L'Unc insorge: «Agcom e Antitrust intervengano»
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Giovedì 5 Luglio 2018, 17:24

Tra i consumatori e le aziende di telecomunicazioni, è ormai una guerra all'ultimo sangue: dell'ultimo capitolo della 'saga', si sta occupando l'Unione nazionale consumatori, che ha chiesto alle autorities Agcom e Antitrust di indagare sul termine massimo di 45 giorni che le aziende delle Telco danno ai clienti per presentare i reclami sulle bollette. Un termine illegittimo, secondo Unc, con le aziende «che semrano ormai abituate a manipolare il calendario in danno degli utenti», dichiara il presidente Massimiliano Dona.

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Da parte dell'associazione dei consumatori è partita dunque una nuova maxi-denuncia a carico degli operatori Vodafone, WindTre e TIM, sospettati di aver imposto arbitrariamente un termine perentorio di 45 giorni (o comunque di un diverso termine variabile molto stringente) per presentare un reclamo sulla fatturazione. «Nelle ultime settimane -afferma Dona- sono arrivate numerose segnalazioni da parte di consumatori che chiedevano informazioni in merito al termine per contestare la bolletta». Sembrerebbe, infatti, che gli operatori avrebbero fissato il termine di 45 giorni (o comunque di un diverso termine variabile molto stringente) per presentare un reclamo.

«Da quanto ci risulta -aggiunge l’avvocato Dona- né il Legislatore né tanto meno l’Autorità Antitrust e l’AGCOM hanno previsto un termine perentorio a carico dell’utente per presentare una contestazione agli operatori telefonici; al contrario, la normativa di settore prevede che il gestore rispetti il termine di 45 giorni per rispondere al reclamo del cliente. Per questo motivo chiediamo alle Autorità di indagare sulla questione e, qualora si accertasse l’irregolarità, di intervenire tempestivamente anche valutando se la strana coincidenza di un termine uguale per tutti, non possa integrare gli estremi di violazione della concorrenza».

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