Guerra in Ucraina, gli effetti: bollette e benzina, i rincari dureranno per tutto l’anno

In caso di tagli alle forniture da Mosca, il prezzo del gas può arrivare a 200 euro

Guerra in Ucraina, gli effetti: bollette e benzina, i rincari dureranno per tutto l anno
Guerra in Ucraina, gli effetti: bollette e benzina, i rincari dureranno per tutto l’anno
di Roberta Amoruso
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 06:48

L'Europa dipende per circa il 48% dal gas russo e per il 25% dal petrolio russo. Con questi numeri è evidente quanto può pesare un lungo conflitto che tenga il petrolio a lungo oltre quota 100 dollari al barile, superata ieri, e il gas oltre quota 100 euro per megawattora, dopo che ieri ha chiuso ad Amsterdam a 134 euro per megawattora (+51%). «Potrebbe anche arrivare a quota 200 euro per megwattora in caso di taglio alle forniture, per ora non ancora all'orizzonte», avverte Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. Difficile fare oggi una stima sull'impatto per famiglie e imprese. Dipende anche dai tempi del conflitto e da un'eventuale decisione dell'Opec di aumentare la produzione.

Bollette e benzina, i rincari

 


La buona notizia sul fronte del gas è che la Russia a quanto pare ha leggermente aumentato il flusso di gas in arrivo verso l'Europa, dopo le riduzioni delle ultime settimane.

Quasi per dare un segnale di distensione in piena tempesta. Così tra le previsioni degli analisti avanza l'ipotesi che il petrolio possa arrivare a guadagnare altri 10 dollari al barile. Qualcosa che secondo le associazioni dei consumatori potrebbe spingere i prezzi alla pompa di altri 5 centesimi (ieri 1,857 euro al litro al self service). Mentre sul metano non si può escludere, dicono gli economisti, che si debba fare a meno nei prossimi mesi di circa il 30% del gas di Mosca.

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Intanto, un mese sotto pressione rischia di portare a un nuovo rialzo da capogiro le tariffe che saranno fissate dall'Arera a fine marzo. Tanto da sminuire anche l'intervento di sostegno del governo vicino a 6 miliardi solo per il secondo trimestre. A una settimana dall'annuncio delle misure c'è chi guarda già alla necessità di un intervento di rinforzo.
LE PREVISIONI
Il 2022 si preannuncia dunque con prezzi ben lontani dalla media 2020 e che dureranno tutto l'anno. Anche quando le temperature permetteranno di spegnere il riscaldamento, non ci sarà da stare tranquilli con l'aria che tira. Il conto annuale delle bollette, al ritmo dell'ultimo trimestre del 2021 e del primo trimestre del 2022, supererà 80 miliardi per famiglie e imprese, il doppio degli anni precedenti. Ma se i prezzi del gas dovessero raddoppiare, per via di un progressivo taglio delle forniture russe, non è nemmeno ipotizzabile che le famiglie e le imprese possano sopportarne il peso, con il costo annuale a oltre 150 miliardi.
Il costo da pagare sarà alto più in generale per l'economia, dice Unimpresa. Quanto alto, dipenderà dall'effetto boomerang delle sanzioni. L'Italia in particolare potrebbe veder salire l'inflazione al 6% mentre il Pil potrebbe registrare una contrazione di oltre l'1%, secondo il Centro Studi.

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IL PIANO DI EMERGENZA
Intanto il premier Mario Draghi è consapevole che «questa crisi potrebbe durare a lungo», e che «dobbiamo essere preparati». Lo ha detto ieri al G7 in videoconferenza. Poi è volato a Bruxelles al Consiglio europeo straordinario. Perché è d'obbligo un coordinamento Ue delle mosse da seguire per difendere l'Europa da una recessione. Ma il premier è anche già pronto a far scattare il piano di emergenza studiato nei giorni scorsi per l'Italia.


Dunque, come spiegato alla Camera dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si partirà dal «completo utilizzo della capacità di trasporto contrattualizzata e la massimizzazione di flussi da gasdotti non a pieno carico». Questo vuol dire portare in breve tempo il flusso che arriva dall'Azerbaijan attraverso il Tap, da 8 a 10 miliardi di metri cubi. Per arrivare a 20 miliardi ci vorranno invece due o tre anni. Poi c'è da sfruttare al massimo il TransMed, e quindi il metano da Algeria e Tunisia, che ha una capacità di oltre 30 miliardi di metri cubi. E ancora c'è il GreenStream e il gas dalla Libia. Il flusso di gas libico è ripreso gradualmente nei giorni scorsi dopo due settimane di manutenzione. Ha ripreso a pompare prima del previsto proprio in coincidenza dell'escalation in Ucraina. Ma la Libia soddisfa solo una piccola parte del fabbisogno di gas del nostro Paese, stimato solo al 2,5% della domanda giornaliera totale. Dunque il potenziamento sarà fatto «compatibilmente alle quantità di prodotto disponibile», ha ammesso Cingolani. Ma scatteranno anche misure di flessibilità sui consumi di gas ed elettricità nell'industria. Poi sarà aumentato il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, in particolare dagli Usa. Con tutti i limiti dei rigassificatori in esercizio. Quello che il ministro non dice, è che l'Italia sarà costretta, almeno per un po', ad aumentare la produzione di carbone. Gli altri Paesi lo fanno già da tempo. Con una guerra così l'Italia non può permettersi di non sfruttare ogni via possibile, per difendere anche le bollette.
 

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