Superbonus, ecco il giro di vite: dal 2023 cambiano le certificazioni per le aziende

Dal 2023 per i lavori superiori a 516mila euro le aziende dovranno avere la certificazione Soa. Soddisfazione dell’Ance: «Misura adeguata, vanno garantite trasparenza e professionalità»

Superbonus, ecco il giro di vite: dal 2023 cambiano le certificazioni per le aziende
Superbonus, ecco il giro di vite: dal 2023 cambiano le certificazioni per le aziende
di Michele Di Branco
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Martedì 10 Maggio 2022, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 08:42

Stretta anti-frodi sui bonus edilizi. Dal 1° luglio 2023, per poter beneficiare delle agevolazioni in caso di lavori di entità superiore a 516mila euro, bisognerà rivolgersi esclusivamente ad imprese di costruzione in possesso dell'attestazione Soa, fino a oggi necessaria per poter partecipare agli appalti pubblici. Come ad esempio nel caso dei cantieri legati alla ricostruzione post-terremoto. La svolta, voluta con convinzione dal governo, è stata possibile grazie all'ok ad un emendamento al Dl taglia prezzi, approvato dalle commissioni Industria e Finanze del Senato.

Superbonus, le tappe

La riforma del meccanismo sarà graduale: fino al 31 dicembre 2022 non ci sarà alcun cambiamento delle norme.

Dal 1° gennaio al 30 giugno 2023 basterà la richiesta della domanda di certificazione. E solo dal 1° luglio 2023, appunto, scatterà l'obbligo della certificazione. Fonti parlamentari alle prese con questo delicato dossier spiegano che l'introduzione di un sistema di qualificazione significa consentire solo a chi ha reali competenze e adeguate professionalità di realizzare gli interventi per garantire così regolarità e standard di qualità e di sicurezza sul lavoro. In questo modo si fa notare sarà possibile distinguere le imprese serie da quelle improvvisate che, magari cambiando all'ultimo momento il codice Ateco per mero opportunismo, oltre a procurare un danno di reputazione e credibilità a tutto un settore producono evidenti problemi. Per cercare di risolvere questi problemi, la certificazione Soa offre un vantaggio evidente: le società che rilasciano l'attestazione sono vigilate dall'Anac, l'Autorità Nazionale Anticorruzione.


Il riconoscimento dell'attestato è necessario per la partecipazione alle gare pubbliche per importi superiori ai 150 mila euro e passa attraverso una serie di verifiche legate a: requisiti economici e tecnici, regolarità contributiva e fiscale delle società e controllo dei casellari giudiziari integrali dei soci e delle figure apicali delle aziende. L'attività svolta dalle Soa rappresenta un unicum nel mondo delle aziende dei servizi: sono aziende private che svolgono funzione pubblica e si sostituiscono allo Stato nel ruolo di presidio e controllo della legalità delle imprese che operano nel mercato degli appalti pubblici. La novità, bocciata da Cna e Confartigianato («Il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere l'80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche»), è stata invece salutata con favore dai costruttori, che da mesi spingevano per questa soluzione. «Nell'ultimo anno spiega il presidente dell'Ance, Gabriele Buia, - 11 mila imprese, il doppio rispetto al flusso normale, si sono iscritte in camera di commercio con codice costruzioni ed è ovvio che tra queste molti sono soggetti improvvisati attirati solo da facili guadagni». Per questo prosegue il numero uno dell'Associazione nazionale costruttori occorre fare in modo che solo imprese qualificate e strutturate siano in grado di fare lavori complessi come quelli del super bonus. Solo in questo modo si possono garantire standard di sicurezza e di qualità e arginare abusi e frodi. La nostra proposta conclude Buia era ancora più stringente di quella approvata, che comunque rappresenta un buon passo in avanti».

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