Per molti, il colpo d’occhio potrebbe non essere piacevole. Da marzo la retribuzione dei lavoratori dipendenti cambia, per l’effetto contemporaneo di una serie di riforme approvate dal governo. L’impatto complessivo è positivo nella grande maggioranza dei casi, ma solo se si guarda il cedolino dello stipendio insieme all’estratto conto bancario, nel quale dovrebbe risultare l’accredito da parte dell’Inps del nuovo assegno unico e universale. Se invece l’assegno non è ancora arrivato a destinazione (e a maggior ragione se non è stato richiesto) allora per il momento il bilancio risulterà negativo.
La riforma
Ma andiamo per ordine.
I carichi
Le retribuzioni di marzo contengono però altre novità, che saranno notate soprattutto dai lavoratori dipendenti con carichi familiari. «Molti sono abituati a trovare sullo stipendio le detrazioni per figli a carico e gli importi dell’assegno al nucleo familiare, riconosciuti direttamente dal datore di lavoro - spiega ancora Buscema - ma da marzo in poi queste somme, che vanno a incrementare il netto, non ci sono più».
Che cosa è successo? Semplicemente che è entrato in vigore l’assegno unico e universale (Auu). Uno strumento a favore delle famiglie che assorbe altri benefici già esistenti, tra cui appunto le detrazioni per figli a carico e il vecchio assegno al nucleo familiare (Anf), con una dote aggiuntiva di circa 6 miliardi. Il nuovo assegno però non è calcolato in base al reddito dei singoli genitori o della famiglia, ma dipende dall’Isee (indicatore di situazione economica equivalente) che a sua volta tiene conto anche dei risparmi e degli immobili, tra cui la casa di abitazione. Per il grosso dei nuclei familiari questa rivoluzione avrà un effetto positivo, incrementando le risorse disponibili. Ma c’è un punto importante da ricordare: l’Auu va richiesto all’Inps, sul sito o tramite i patronati, ed arriva direttamente sul conto corrente indicato. Quindi gli importi “spariti” dallo stipendio potranno essere ritrovati, spesso anche più abbondanti, in banca. L’Inps dalla metà di questo mese ha iniziato a effettuare i bonifici. C’è ancora tempo fino a fine giugno per fare domanda e ottenere gli arretrati da marzo in poi; dopo questa data gli arretrati saranno persi. Se invece il pagamento dall’Inps non è ancora arrivato, allora - come si vede dalle simulazioni in questa pagina - l’impatto momentaneo sullo stipendio sarà sfavorevole, in particolare per quelli medi (intorno ai 2.500 euro lordi mensili) che sono meno favoriti dal ridisegno delle aliquote Irpef.