Gli industriali restano in trincea. I sindacati aprono

Gli industriali restano in trincea. I sindacati aprono
Gli industriali restano in trincea. I sindacati aprono
di Jacopo Orsini e Diodato Pirone
5 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Giugno 2020, 09:58

Secondo i sondaggisti solo un italiano su tre ha capito la natura degli Stati Generali. Se così fosse il dato non sarebbe esaltante per una iniziativa che secondo molti osservatori è nata più per esigenze di comunicazione da parte dell’esecutivo che per raccogliere davvero idee e suggerimenti sui piani di rilancio del Paese. 

In qualunque modo li si voglia giudicare gli Stati Generali sono stati utilizzati da tutte le categorie italiane per delineare e chiedere provvedimenti a favore dei propri rappresentati in attesa che il governo faccia una sintesi o trovi un filo rosso che leghi le misure e le riforme che la stessa Europa ci chiede per concederci gli ormai famosi 170 miliardi del Recovery Fund. L’iniziativa dunque si è trasformata un po’ in un termometro degli umori e del livello di soddisfazione delle categorie italiane coinvolte in un confronto che è durato più di una settimana.

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Restano sostanzialmente in trincea gli industriali che hanno chiesto più volte un piano concreto e coordinato di interventi e che nell’incontro a loro dedicato. Pollice verso anche dai professionisti mentre sono abbastanza soddisfatti i sindacati che hanno ottenuto un prolungamento della cassa integrazione e forse del divieto dei licenziamenti.
A sorpresa sono arrivate meno critiche del previsto dal turismo, settore particolarmente provato, e dal commercio. Mugugnano invece i Comuni che continuano ad avere le casse vuote per la diminuzione delle imposte sui servizi pubblici e l’aumento delle spese per i trasporti. Il governo ha incontrato anche i giovani ai quali è stato promesso un Paese più verde.

Industria: lo scontro sui rimborsi
Gli Stati Generali non hanno posto fine - né avrebbero potuto farlo - alla tregua armata fra governo e Confindustria. Gli industriali, guidati dal 20 maggio da Carlo Bonomi, non nascondono i loro timori sulla qualità del piano di rilancio del governo. In occasione dell’incontro gli industriali hanno chiesto misure strategiche e un nucleo indipendente di valutazione dei loro effetti ma anche la restituzione di accise sull’energia pagate (sulla base di una sentenza) ingiustamente dalle imprese.

Sindacati: sintonia sugli interventi varati
Fra il governo e le confederazioni sindacali si può parlare di una sostanziale sintonia. Proprio durante gli Stati Generali l’esecutivo ha varato un decreto ad hoc per prolungare la cassa integrazione in deroga di altre quattro settimane. E sembra assai probabile un prolungamento del blocco dei licenziamenti. I sindacati restano in attesa di capire la quantità e la qualità degli investimenti promessi ma sembrano apprezzare gli sforzi del governo per attenuare gli effetti più pesanti della crisi. 

Commercio: liquidità e tasse servono risposte
Le restrizioni imposte per contenere il contagio hanno avuto effetti pesantissimi su consumi e commercio. I rappresentanti delle associazioni di settore hanno chiesto al governo risposte urgenti soprattutto su liquidità, moratorie fiscali, taglio delle tasse e del costo del lavoro. Secondo l’allarme lanciato dai commercianti c’è il rischio di una «tempesta perfetta» che, tra aumento dei costi e crollo dei consumi, potrebbe far chiudere 270mila imprese con la perdita di oltre 1 milione di posti lavoro.

Turismo: crisi grave subito gli aiuti
È uno dei settori più colpiti dalla crisi e ora rischia di faticare più degli altri a ripartire. Le associazioni del settore hanno parlato di danni devastanti e chiesto aiuti al governo. Senza finanziamenti a fondo perduto, moratorie su imposte e tasse e strumenti di integrazione salariale per molti non ci sarà futuro, hanno avvertito. Divisi i rappresentanti del comparto sulla risposta dell’esecutivo: alcune associazioni hanno parlato di scarsa attenzione, altre si sono dette soddisfatte.

Enti locali: stanziamenti insufficienti
I rapporti fra l’esecutivo e gli enti locali restano difficili. Il governo ha stanziato già alcuni miliardi per sopperire al crollo delle entrate dei Comuni dovuto alla chiusura di bar e ristoranti ma gli enti restano insoddisfatti e fanno presente che loro rappresentano un canale decisivo per il rilancio delle opere pubbliche. Anche le Regioni chiedono chiarezza sugli investimenti e una loro accelerazione. Tema strategico perché le Regioni gestiscono la Sanità per la quale servono risorse ingenti.

Aziende di Stato: investimenti da accelerare
L’incontro con i manager delle aziende partecipate dallo Stato (dall’Eni all’Enel a Fincantieri alle Ferrovie e altre) ha ruotato intorno alla richiesta dell’esecutivo di aumento degli investimenti soprattutto nel Sud. Il governo ha chiesto che siano recuperati i ritardi nel rinnovamento della rete ferroviaria e nella diffusione della banda larga che finora ha sfiorato le aree interne. Dal vertice è emerso tra l’altro che Poste accelererà la digitalizzazione e Leonardo lancerà una rete di 400 laboratori.

Professionisti: ora contributi a fondo perduto
Sono 2,3 milioni in Italia i professionisti iscritti agli ordini e secondo l’allarme lanciato dalle categorie agli Stati generali circa mezzo milione rischia di restare senza lavoro per la crisi scatenata dalla pandemia. Di fronte al premier i rappresentanti degli iscritti agli ordini sono tornati a protestare per la decisione del governo di erogare un bonus di 600 euro ai professionisti in difficoltà invece del contributo a fondo perduto garantito ad altre categorie di lavoratori autonomi.

Giovani: urge un nuovo patto sociale
Al premier i rappresentanti dei giovani hanno manifestato la necessità di partecipare in modo pieno alla ricostruzione del Paese attraverso un processo di ascolto continuo. Lo sviluppo del Paese, è la convinzione delle giovani generazioni, non può non passare «dal coinvolgimento di chi dovrà governarlo e abitarlo». Attenzione anche per i temi ambientali: transizione ecologica, stop ai combustibili fossili e mobilità collettiva, elettrica e gratuita.
 

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