Statali, aumenti stipendi a maggio: fino a 117 euro lordi mensili in più in busta paga. Sì del Tesoro al contratto

La Ragioneria ha bollinato l’intesa tra Aran e sindacati

Statali, aumenti stipendi a maggio: fino a 117 euro lordi mensili in più in busta paga. Sì del Tesoro al contratto
Statali, aumenti stipendi a maggio: fino a 117 euro lordi mensili in più in busta paga. Sì del Tesoro al contratto
di Andrea Bassi
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Giovedì 31 Marzo 2022, 21:27 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 18:45

Ci sono voluti quasi tre mesi. Ma alla fine la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato è arrivata. Il Tesoro ha dato il suo via libera all’intesa per il rinnovo del contratto dei dipendenti delle Funzioni centrali firmato lo scorso 5 gennaio dai sindacati e dall’Aran.

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Statali, aumenti stipendi a maggio

Un accordo che prevede aumenti lordi tra 63 e 117 euro mensili a seconda dell’inquadramento dei dipendenti e che, a questo punto, arriveranno nelle buste paga di maggio.

Il Tesoro ora invierà il contratto bollinato al ministero della Funzione pubblica che dovrà iscriverlo all’ordine del giorno in uno dei prossimi consigli dei ministri per l’approvazione. Il testo, poi, dovrà passare il vaglio della Corte dei Conti. In genere si tratta di una formalità e la magistratura contabile ha a disposizione per la registrazione 15 giorni che non possono essere in nessun caso superati. Il contratto delle Funzioni centrali coinvolge i lavoratori dei ministeri, delle Agenzie fiscali, dell’Inps, dell’Inail e degli altri enti pubblici economici. È il primo dei quattro comparti del pubblico impiego che rinnova il contratto. In discussione, in questi giorni, c’è il rinnovo della Sanità e quello degli Enti locali. La buona notizia per i dipendenti statali delle Funzioni centrali è che, con i cedolini di maggio, arriveranno anche gli arretrati degli ultimi tre anni. La firma del contratto, infatti, è avvenuta nel 2022, ma il triennio che copre è quello che va dal 2019 al 2021. Secondo i calcoli dei sindacati, gli arretrati per i dipendenti delle Funzioni centrali oscilleranno da 900 a oltre 1.800 euro (si veda grafico in pagina). Arretrati che spetteranno anche a chi è andato in pensione tra il 2019 e il 2021. 


LE MODIFICHE

Ma le novità del nuovo contratto sono molte. A partire dai nuovi scatti in base ad anzianità e merito. Si tratta delle progressioni economiche orizzontali. Aumenti di retribuzione fino a 2.200 euro l’anno per un funzionario di terza area. In queste progressioni la valutazione individuale peserà per il 40 per cento, per il resto sarà valutata l’esperienza di servizio (in pratica l’anzianità). Anche le progressioni verticali, ossia i passaggi da un’area a quella superiore saranno semplificati. Fino al 2025 sarà possibile per i dipendenti, salire nell’area superiore in deroga al titolo di studio. Un assistente della seconda area, per esempio, potrà diventare funzionario senza avere la laurea. Il contratto poi, introduce una «quarta area», denominata delle «elevate professionalità». Un’area che, nelle intenzioni, dovrebbe essere destinata ad accogliere gli esperti e i funzionari che saranno assunti per il Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un’area al momento vuota e nella quale non potranno essere promossi automaticamente i funzionari di terza area. 

SMART WORKING


Il contratto introduce rilevanti innovazioni anche in tema di smart working, che viene distinto dal lavoro a distanza che replicherà le stesse regole dell’ufficio. La prestazione lavorativa in modalità agile potrà essere articolata in due fasce temporali: la fascia di contattabilità (nella quale il lavoratore è contattabile sia telefonicamente che via mail o con altre modalità similari) e la fascia di inoperabilità (nella quale il lavoratore non potrà erogare alcuna prestazione lavorativa).

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