Rublo in caduta libera, tassi di interesse raddoppiati: cosa succede all'economia russa dopo le sanzioni (e le conseguenze per l'Italia)

Ucraina, effetto bomba delle sanzioni alla Russia. Rublo in caduta libera, tassi di interesse raddoppiati: cosa succede all'economia
Ucraina, effetto bomba delle sanzioni alla Russia. Rublo in caduta libera, tassi di interesse raddoppiati: cosa succede all'economia
di Giusy Franzese
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Lunedì 28 Febbraio 2022, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 00:03

Una guerra sul campo con tutte le armi convezionali possibili: dai carrarmati alle bombe fino ai missili lanciarazzi. L'Unione Europea e gli Stati Uniti però su questo versante possono fare poco, a meno di scatenare l'irreparabile: non si entra nei confini ucraini per aiutare il Paese a frontregguare l'invasione russa. Non si entra con i nostri uomini, ma con le armi si. E infatti per la prima volta nella sua storia l'Ue ha deciso l'acquisto di armi da inviare agli ucraini. C'è però un altro versante che Bruxelles ha messo subito in moto, spingendo il piede sull'acceleratore: quello delle sanzioni economiche contro la Russia. Non fanno male subito come le bombe, non sventrano palazzi come i missili, ma sono in grado di mettere in serissima difficoltà il sistema economico dello zar Putin, non solo colpendo i patrimoni personali degli industriali oligarchi a lui molto vicini, ma bloccando le transazioni internazionali e isolando economicamente l'intera Russia. Il pacchetto di sanzioni economiche varato dalla Ue a tempo di record (e già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione e quindi in vigore) è durissimo. Si tratta di misure singolarmente efficaci, ma la cui potenza si decuplica in combinazione tra di loro. E i primi effetti si stanno già manifestando in queste ore. 

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Cosa comporta il congelamento delle riserve estere della Banca centrale russa?

La Banca centrale russa, come tutte le sue omologhe, fa da bilanciere nel sistema economico, attarverso la  gestione dei tassi di interesse e con la decisione di immettere o meno liquidità.

Secondo alcune stime le sue riserve (in valuta e oro) sono pari a circa 640 miliardi di dollari:  il 32% sono in euro, il 16% in dollari Usa, il 7% in sterline, in resto in yuan e oro. E' stato deciso di congelare tutte le riserve fuori dai confini russi, in pratica la metà. Questa mossa limiterà di molto la possibilità della Banca centrale russa di immettere liquidità nel sistema economico per sostenere la valuta locale, il rublo, che ieri all'apertura dei mercati è crollato del 30% ai minimi storici sfondando abbondantemente il tetto psicologico dei 100 rubli per ogni dollaro. Risultato: venerdì scorso per avere un dollaro ci volevano 83 rubli (a inizio anno 75), in giornata oggi per un dollaro servivano 106,5 rubli. Nel corso della seduta si è arrivati anche a un cambio a 117,5 rubli per un dollaro. La Banca centrale russa, in seguito al blocco delle sue riserve all'estero, non è potuta intervenire sui mercati come invece aveva fatto giovedì e venerdì vendendo oltre un miliardo di rubli.

Raddoppiati i tassi d'interesse

L'unica mossa che ha potuto fare nel breve la Banca centrale è stata quella di aumentare i tassi di interesse di ben 10,5 punti percebtuali, portandoli alla bellezza del 20%. Per i cittadini russi (alle prese magari con il pagamento di un mutuo o di un prestito) potrebbe diventare una mazzata tremenda. «E' stato necessario» ha detto la governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, in un discorso in cui ha ammesso che le condizioni dell'economia russa sono «cambiate drammaticamente». Per cercare di rassicurare i  cittadini russi che hanno iniziato a fare lunghissime file davanti agli sportelli bancomat per prendere quanta più liquidità possibile, Nabiullina ha garantito che le banche commerciali non aumenteranno   i costi di rimborso di eventuali prestiti in essere alla luce dell'aumento del tasso di interesse di riferimento. Per i nuovi prestiti ovviamente è tutta un'altra storia.

Che cosa è il sistema Swift?

Swift, è il sistema di messaggistisca che attarverso complicati codici garatinsce le transazioni finanziarie mondiali. Ad oggi fanno parte di Swift oltre 200 Stati e circa 11 mila tra istituzioni bancarie e imprese da tutto il mondo.  La Russia è il sesto paese al mondo per numero di transazioni tramite la piattaforma Swift.

Cosa comporta per la Russia l'esclusione da Swift?

L'esclusione di alcune delle principali banche russe da Swift comporta l'impossibilità per questi istituti di effettuare transazioni finanziari furoi dai loro confini, salvo che con la Cina e i Paesi che utilizzano altri sistemi. Ad esempio: le aziende russe non potranno incassare i proventi delle vendite in Europa, così come non potranno pagare (e quindi ricevre) forniture dall'estero. Di fatto è uno dei modi più efficaci di  isolare economicamente  e finanziaramente la Russia. Sempre per cercare di mantenere la calma tra i cittadini la Banca centrale russa ha ricordato che  il sistema di messaggistica Spfs sviluppato internamente dalla Russia potrebbe essere utilizzato per sostituire Swift all'interno dei confini nazionali.  C'è poi quello della Cina Cips, niente comunque a che vedere con Swift in quanto a diffusione mondiale.

Cosa può succere alle imprese russe sui mercati azionari?

Le Borsa di Mosca è rimasta prudentemente chiusa alle contrattazioni. Ma uno spaccato di quello che potrebbe accadere  in caso di riapertura  lo si intravede nell'andamento  a Londra dei "depositary receipt" di alcuni titoli russi, ovvero certificati che rappresentano le azioni di
una società estera:  Sberbank, la più grande banca russa colpita dalle sanzioni, è sprofondata del 68%, i colossi dell' energia Gazprom, Lukoil e Rosneft rispettivamente del 37%, 53,7% e 29,7%, quello della grande distribuzione Magnit - oltre 26 mila
negozi alimentari in Russia - del 64%. 

Putin potrebbe chiudere i rubinetti del gas verso l'Europa?

Nulla è teoricamente escluso. Ma in questo caso siamo di fonte ad un evento molto difficile. Proprio per evitare che ciò accada, Gazprom Bank, la banca russa dove prevalentemente avvengono le transazioni finanziarie per le forniture di gas, è stata finora esclusa dallo stop a Swift. Se però dovesse accadere, per alcuni paesi europei, in particolare il nostro, sarebbe un enorme guaio. L'Italia soddisfa il 45% del suo fabbisogno nazionale con il gas russo: compensare questa quota è molto difficile. Il governo sta esaminando tutte le eventuali strade alternative, ma quelle a breve sono poche. Non a caso il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, si è recato di corsa nella mattinata di oggi (lunedì) ad Algeri insieme con l'ad di Eni, Descalzi. L'Algeria infatti potrebbe aumentare le sue forniture verso l'Italia. 

Gli oligarchi russi potrebbero convincere Putin a dichiarare lo stop alla guerra?

Difficile dirlo, perché Putin come è noto non è facilmente condizionabile. Di certo questa guirra, vista la reazione del resto del mondo, non è interesse dei ricchissimi oligarchi russi che si sono visti congelare i loro beni in Europa. Secondo l'Economist si tratta un patrimonio vastissimo, stimato in valore in circa  350 miliardi.

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