Riscatto della laurea gratuito: «Così si incentivano i giovani a studiare». La proposta del presidente Inps

L'obiettivo sarebbe aumentare la percentuale dei laureati nel nostro Paese che nel 2021 erano, tra i 25 e i 64 anni, appena il 20% della popolazione

Riscatto della laurea gratuito: «Così si incentivano i giovani a studiare». La proposta del presidente Inps
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Sabato 25 Giugno 2022, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 12:44

Riscatto gratuito della laurea per incentivare i ragazzi a studiare in un Paese nel quale la percentuale di laureati è la più bassa in Ue dopo la Romania: la proposta è stata rilanciata venerdì dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico intervenendo al Festival del Lavoro a Bologna, affermando che si tratta di un «intervento importante che necessita di risorse importanti».

Secondo l'Inps la misura potrebbe costare circa quattro miliardi l'anno. «C'è da fare - ha spiegato Tridico - un intervento importante che ovviamente necessita di risorse importanti, quello della copertura di quel periodo formativo su base contributiva in modo che si possa, come avviene in Germania, riscattare la laurea in modo gratuito.

Ora abbiamo il riscatto light che è un passo avanti, si riscatta la laurea nel modello contributivo con 20-22mila euro. Riscattare la laurea vorrebbe dire incentivare i giovani a studiare».

 

Riscatto della laurea, come funziona

In pratica adesso il riscatto sulla base dell'importo contributivo minimo costa 5.360 euro per anno di durata del corso di laurea, quindi poco più di 15mila euro nel caso di laurea triennale e poco più di 21mila se si tratta di diploma quadriennale. Questa misura può essere utilizzata solo da chi ha il metodo di calcolo contributivo che avrà un vantaggio sul fronte degli anni di contributi ma riceverà l'assegno sulla base di quanto ha versato per quegli anni. L'obiettivo sarebbe aumentare la percentuale dei laureati nel nostro Paese che nel 2021 erano, tra i 25 e i 64 anni, appena il 20% della popolazione a fronte del 33,4% medio in Ue, in calo rispetto al 20,1% del 2020. Tra i 25 e i 29 anni i laureati italiani sono il 29,8% della popolazione a fronte del 40,6% in Ue. Sulla misura però bisogna riflettere perché il rischio è che si spendano risorse versate da tutti a favore dei più fortunati, ovvero di coloro che hanno avuto la possibilità di studiare e di fare lavori più remunerati che consentiranno di avere pensioni più alte.

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