Reddito di cittadinanza, requisiti mancanti e assenze: rischio revoca per oltre 100 mila beneficiari

Reddito di cittadinanza, requisiti mancanti e assenze: rischio revoca per oltre 100 mila beneficiari
di Francesco Bisozzi
4 Minuti di Lettura
Sabato 28 Dicembre 2019, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 09:22

A gennaio una pioggia di sospensioni si abbatterà sul reddito di cittadinanza. Rischiano di essere disattivate in via temporanea le card di quasi centomila percettori del sussidio considerati attivabili ma che sfuggono ai percorsi d'inserimento lavorativo. Finora sono stati convocati nei centri per l'impiego oltre 422 mila sussidiati arruolabili ma in 91 mila hanno disertato il primo appuntamento: coloro tra questi che non risponderanno alla seconda chiamata si vedranno disattivare la tessera il mese prossimo, come previsto dalla legge. A questi si aggiungono 15 mila percettori segnalati all'Inps dagli operatori preposti affinché vengano sottoposti a ulteriori controlli perché apparentemente privi dei requisiti di cui è necessario essere in possesso per avere diritto al sostegno. Dunque al momento sono in tutto circa 106 mila i beneficiari sul filo del rasoio. In tutto i beneficiari del bonus ritenuti in grado di lavorare sono 791 mila. Com'è noto, però, la cosiddetta fase due del reddito di cittadinanza stenta a decollare. Stando ai dati forniti dall'Anpal, finora in 28.763 hanno ottenuto un contratto, la maggior parte dei quali peraltro con le vecchie procedure, ovvero senza passare per i famosi patti per il lavoro. La buona notizia è che rispetto all'ultima rilevazione del 21 ottobre la platea di beneficiari che ha trovato un impiego è aumentata del 63,6 per cento. Ma cosa rischiano invece i percettori dell'assegno che si rifiutano d'intraprendere un percorso d'inserimento lavorativo? I beneficiari della misura a dire il vero dovevano essere convocati nei centri per l'impiego per firmare il contratto che li impegna a trovare un impiego entro 30 giorni dal riconoscimento del bonus, ma considerato che le chiamate sono partite solo all'inizio di settembre a causa di problemi tecnici si è scelto di chiudere un occhio in questa fase come si trattasse di una sorta di periodo di prova.

Reddito cittadinanza, scacco ai furbetti: c'è anche il titolare del caseificio col Suv

I NAVIGATOR
In molti però continuano a non rispondere agli inviti dei navigator così da adesso in poi il governo ha deciso di fare sul serio, anche per mandare un segnale chiaro ai furbetti. La legge prevede sanzioni severe. Si ha diritto a una seconda chiamata dopodiché chi diserta i colloqui viene sanzionato con la sospensione del sussidio per un mese. Un altro no-show costa due mensilità del reddito di cittadinanza. Il diritto al beneficio viene revocato invece alla terza defezione non giustificata. Devono cercare un'occupazione, pena la perdita dell'assegno, non soltanto gli intestatari del reddito, ma anche i componenti del nucleo familiare maggiorenni che non sono occupati e che non frequentano un corso di studi. Esclusi dall'obbligo i beneficiari della pensione di cittadinanza, i percettori di età pari o superiore a 65 anni, i componenti con disabilità, ma possono essere esonerati pure coloro che hanno figli con meno di 3 anni o familiari con disabilità grave o non autosufficienti, oltre a chi frequenta corsi di formazione. Per quanto riguarda i beneficiari rientrati nel mercato del lavoro, il 67,9% ha un'età inferiore ai 45 anni, il 67,2% ha trovato un'occupazione a tempo determinato, il 18,0% a tempo indeterminato e il 3,8% in apprendistato. Intanto le domande per il reddito e la pensione di cittadinanza accolte dall'Inps hanno superato il milione: sono 1.066.000. Ma in questi mesi più di 50 mila famiglie (51.681) hanno perso il diritto al beneficio a fronte principalmente di variazioni reddituali.

Risultato, i nuclei percettori del reddito (890.756) e della pensione di cittadinanza (123.673) ammontano oggi a 1.014.429.

© RIPRODUZIONE RISERVATA