Recovery Plan, le linee guida del governo: raddoppio del Pil, giù le tasse, rivoluzione verde e digitale

Recovery Plan, le linee guida del governo: raddoppio del Pil, giù le tasse, rivoluzione verde e digitale
di Alessandra Severini
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Giovedì 17 Settembre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:35

Un corposo elenco di azioni con l'obiettivo di arrivare al raddoppio del Pil, ridurre la pressione fiscale e spingere occupazione e investimenti. Nelle 38 pagine delle linee guida sul Recovery Plan che il governo ha trasmesso alle Camere si fissano sfide ambiziose: non solo raddoppiare il tasso medio di crescita dell'economia italiana (0,8% nell'ultimo decennio), portandolo in linea con la media UE (1,6%), ma anche quello di portare gli investimenti pubblici al 3% del Pil e la spesa per ricerca e sviluppo oltre la media Ue (oggi è ferma a un triste 1,3% contro una media europea del 2,1%). E poi aumentare il tasso di occupazione di 10 punti percentuali, ridurre i divari territoriali di reddito, spingere il tasso di natalità.

Le parole chiave (o missioni come le chiama il documento) sono rivoluzione verde e digitalizzazione, infrastrutture e istruzione, equità e salute. Saranno queste a guidare la scelta dei progetti a cui destinare dal prossimo anno e fino al 2026 i 209 miliardi del programma Next Generation. I progetti (già ce ne sono a centinaia presentati dai ministeri) verranno ammessi a finanziamento solo se avranno un significativo impatto su Pil e occupazione e dovranno riportare con chiarezza costi e impatti economici, ambientali e sociali, indicando tempistica e modalità di attuazione. Fra i primi progetti cantierabili potrebbe esserci quello dell'Alta velocità a Sud.

Accanto a questi obiettivi il governo si è impegnato a realizzare alcune riforme tra le quali c'è quella fiscale basata sulla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e sulla revisione complessiva della tassazione diretta e indiretta, finalizzata a disegnare un fisco equo, semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli. Nella riforma del lavoro rientrerà la regolamentazione dello smart working e il salario minimo. Un primo passo a cui dovranno seguire azioni concrete: il premier Giuseppe Conte ha assicurato il pieno coinvolgimento del Parlamento per recepire indirizzi, valutazioni e proposte concrete di intervento.

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