Mes, primi aiuti Ue, ma non basta. Prestiti a 10 anni, interesse allo 0,1%

Mes, primi aiuti Ue, ma non basta. Prestiti a 10 anni, interesse allo 0,1%
Mes, primi aiuti Ue, ma non basta. Prestiti a 10 anni, interesse allo 0,1%
di Antonio Pollio Salimbeni
4 Minuti di Lettura
Sabato 9 Maggio 2020, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 12:45

Come era chiaro da un paio di giorni, l'accordo sui prestiti del Meccanismo europeo di stabilità agli Stati è cosa fatta. E i governi potranno farsi avanti già da giugno. Il fondo salva-Stati ha a disposizione 240 miliardi euro, per l'Italia potenzialmente si tratta di 36 miliardi (trattandosi del 2% del pil a fine dicembre 2019, secondo gli ultimi dati del governo italiano sarebbero 35,75 miliardi). Senza condizioni capestro tipo Grecia, ma un solo unico principio: i fondi, a un costo molto vicino a quota zero, dovranno coprire le spese dirette e indirette per la crisi sanitaria.

Senza sorveglianza speciale: la Commissione vigilerà sul rispetto di quel principio. Il solo riferimento al quadro macroeconomico è che «successivamente (alla crisi sanitaria) gli Stati rimarrebbero impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, coerentemente con coordinamento e sorveglianza economica e fiscale Ue, compresa l'eventuale flessibilità». Scritto nero su bianco dall'Eurogruppo, che non ha impiegato molto a dare il semaforo verde all'operazione.

Fase 2: tutte le riaperture. I ristoranti dal 18: distanziati a tavola. Da giugno i teatri. Il documento

Dbrs conferma BBB (high) rating Italia, ma trend a negativo. Moody's invece rinvia l'esame



Si tratta del terzo pilastro della risposta finanziaria europea alla crisi: gli altri due sono i prestiti per sostenere le casse integrazioni nazionali (100 miliardi) e i prestiti della Banca europea degli investimenti alle imprese per 200 miliardi. Ora manca il quarto pilastro per far fronte al buco di 850 miliardi di investimenti in Europa, il Recovery Fund. L'Eurogruppo non doveva parlarne, ma negli ultimi giorni si è registrato un certo nervosismo perché la Commissione non ha ancora ultimato la proposta annunciata fra la seconda e la terza settimana di maggio. Così la Francia ha fatto circolare una sua proposta articolata nella quale si dice: «per essere efficace il Recovery Fund dovrebbe fornire sovvenzioni agli Stati invece di prestiti, attraverso il bilancio Ue, altrimenti replicherebbe soltanto la logica degli strumenti esistenti senza una forte solidarietà». Su volume finanziario (1000/1500 miliardi? O meno?), condivisione del rischio di emissione di obbligazioni europee, modalità e obiettivi non c'è ancora una impostazione comune. L'Olanda preme sempre per il basso profilo dell'operazione. Il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno, però, ha annunciato che i ministri ne discuteranno venerdì prossimo.

Tornando ai prestiti del Mes, avranno la durata media massima di dieci anni con un interesse favorevole «adattato alla natura eccezionale della crisi». Possono essere richiesti fino al 31 dicembre 2022, data prorogabile a seconda dell'evoluzione della crisi (sanitaria ed economica). Il periodo iniziale per ogni prestito sarà di 12 mesi che possono essere estesi due volte per sei mesi. Il costo del prestito Mes per gli Stati «sarà marginalmente circa zero» ha indicato il direttore del Mes: 10 punti base all'anno (0,1%), commissione di servizio iniziale secca 25 punti base, commissione annuale 0,5 punti base.

LE FACILITAZIONI
Ai vari «pacchetti» finanziari Ue si aggiungono ulteriori facilitazioni sugli aiuti di stato. Dopo settimane di difficili discussioni coni governi, la Commissione ha pubblicato le regole flessibilizzate per le ricapitalizzazioni pubbliche e la fornitura di debito subordinato (che in caso di insolvenza va rimborsato dopo il saldo di tutti altri debiti definiti senior) alle imprese che al 31 dicembre 2019 non si trovavano «in difficoltà». In pratica, tali facilitazioni non riguarderebbero Alitalia (il nuovo intervento pubblico nella compagnia aerea segue le regole normali in vigore). Devono essere notificate a Bruxelles solo le operazioni superiori a 250 milioni di euro. Per le ricapitalizzazioni pubbliche significative di imprese quotate in Borsa se al termine di sei anni l'uscita dello stato dal capitale «è in dubbio, deve essere notificato alla Commissione un piano di ristrutturazione». Sette anni nel caso di imprese non quotate. La finestra temporale per le ricapitalizzazioni resta aperta fino a giugno 2021: il periodo di presenza pubblica nel capitale si calcola da allora.
 

 
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA