Manovra, rebus risorse: analisti vedono Pil sotto zero

Manovra, rebus risorse: analisti vedono Pil sotto zero
Manovra, rebus risorse: analisti vedono Pil sotto zero
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Martedì 30 Luglio 2019, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 20:22

La corsa nella maggioranza a ridurre la pressione fiscale si sposta sulla Tasi, che così si aggiunge alla flat tax, al taglio del cuneo fiscale e del bollo auto ingrossando le risorse per la legge di bilancio. Ma a mettere i bastoni fra le ruote a Lega e M5S rischia di essere l'Istat, che domani mattina metterà nero su bianco il dato sulla crescita nel secondo trimestre: gli analisti si aspettano un ritorno sottozero, col rischio di scombussolare i conti sul 2019 e, in assenza di un miglioramento nella seconda metà dell'anno, impattare anche sulla manovra 2020. La previsioni medie per la crescita nel periodo aprile-giugno danno un -0,1% sia su trimestre che su base annua. Sarebbe, se confermata, la stessa contrazione degli ultimi due trimestri del 2018, interrotta solo dal +0,1% del primo trimestre 2019. Con la possibilità concreta di una nuova recessione tecnica, che sommata a quella di fine 2018 andrebbe a configurare una recessione a 'doppia v'. Situazione a rischio - già preannunciata dall'Unione parlamentare che ha parlato di un «nuovo stop» - per la tenuta dell'impalcatura del Def, di cui potrebbe dover prendere atto la Nota di aggiornamento che arriverà a fine settembre.

I segnali di un'estate che rischia la crescita in retromarcia, del resto, non mancano. E vanno dagli indici Pmi di luglio - in arrivo giovedì e previsti in contrazione - all'indagine di Unioncamere che indica una frenata della produzione industriale nel 'motore economicò della Lombardia per la prima volta dal 2013, con un -1,2% congiunturale e -0,9% tendenziale. «La preoccupazione principale è che la stagnazione diventi un elemento che accettiamo in chiave passiva anzichè reagire», commenta il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che teme, per un paese a vocazione export come l'Italia, i contraccolpi della congiuntura internazionale. Se, da una parte, l'Istat rischia di certificare che lo stimolo di bilancio voluto dal governo gialloverde sta aiutando poco, dall'altra l'Italia è nel mezzo di una gelata che ha stoppato il manifatturiero tedesco e frenato anche la Francia (+0,2%, sotto le attese, il Pil nel secondo trimestre). E dunque le difficoltà dell'economia potrebbero spingere ulteriormente la maggioranza verso un bilancio più espansivo. Anche perché lo spread non minaccia per ora fiammate, grazie all'intervento della Bce in arrivo a settembre. Anche se tornato per qualche ora sopra i 200 punti base oggi (in anticipo di un mese di agosto che probabilmente vedrà molti investitori riposizionarsi, come indica anche la Piazza Affari a -2% con le altre piazze europee che fanno anche peggio) il differenziale resta lontano dai livelli di guardia: il Btp decennale in asta oggi ha visto il rendimento crollare ai minimi da ottobre 2016 (1,56%) confermando che la spesa per interessi non sarà un macigno. «Stiamo lavorando» alla possibilità di abolire la Tasi, dice all'Ansa il viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia.

Confermando che le tasse sulla casa saranno un obiettivo della manovra 2020, condiviso da Lega e 5 Stelle anche se con diverse vedute sul 'comè: riducendo l'imposizione per la Lega, semplificando con un riordino (e spingendo contro l'evasione) per il partito di Luigi Di Maio. Un'abolizione tout court costerebbe 1,1 miliardi. Somma che si andrebbe a sommare al 23 miliardi che la maggioranza deve reperire se vuole impedire il rialzo dell'Iva, ai 10-15 miliardi anticipati dal vicepremier Matteo Salvini per la flat tax, ai sei miliardi per l'abolizione del bollo auto ipotizzata da Di Maio, e agli altri sei per le contropartite messe sul tavolo per il salario minimo a 9 euro. La somma delle risorse da trovare nel caso Salvini e Di Maio tirino dritto si avvicina ai 55 miliardi di euro, una sfida importante sulla base delle risorse indicate finora. Le attese del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, vertono oltre che sui tagli di spesa corrente (ma non istruzione e sanità) anche sui risparmi dal tiraggio di reddito di cittadinanza e 'quota 100'. Inoltre, dalla sanatoria della pace fiscale che domani vede arrivare a scadenza la 'rottamazione-ter' e il 'saldo e stralcio', nel governo ci si attende «un tesoretto di circa 25 miliardi da destinare alla pressione fiscale» includendo anche la chiusura delle liti pendenti, dice il sottosegretario al Mef Massimo Bitonci. Tanto che nel governo «stiamo già lavorando alla pace fiscale 2».
 

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