In due anni Ita Airways, sotto l’ombrello Lufthansa, sarà in utile. Ne è sicuro, anzi di più, il numero uno del gruppo tedesco, Carsten Spohr, che in una conference call ha spiegato l’investimento in Ita Airways (acquisto del 41% della società italiana attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro e con l’opzione di acquisire tutte le azioni rimanenti in un secondo momento).
«Diventeremo più internazionali e meno dipendenti da un solo mercato», ha detto Spohr. Il piano di Lufthansa è semplice: Roma Fiumicino sarà «l’hub Meridionale» di Lufthansa per «il Nord e Sud America, Africa e alcuni mercati asiatici», poi l’occhio è su Linate «grazie alla forte posizione di Ita» come aeroporto premium e per i viaggi d’affari.
Ma è chiaro che Lufthansa punta anche a sviluppare il cosidetteo «feederaggio», cioè i voli con gli hab di Monaco di Baviera e Francoforte da dove parte la sua fittissima rete mondiale e per questo non dovrebbe ridurre i voli propri verso quelle mete.
Quanto a Ita il modello è quello delle altre tre compagnie nazionali: Brussels, Swiss e Austrian anche se il boccone italiano è ben più grande e impegnativo ma con migliori occasioni di crescita. Ita, anzitutto, ha chiuso il 2022 con appena il 7,8% dei passeggeri trasportati in Italia (10,3 milioni), quarta in classifica a una distanza siderale da Ryanair (che ieri ha festeggiato le nozze d’argento con l’Italia: il primo volo Londra-Treviso) che svetta a 45,6 milioni di passeggeri e stima di arrivare a fine 2023 a 56 milioni e preceduta dalle altre due aggressive low cost Wizz Air e Easyjet.
Dei 10,3 milioni di passeggeri, 6,3 sono sulle tratte nazionali (dove comunque Ryanair ne ha trasportati 14,1 milioni) e le tratte nazionali in Italia sono quelle dalla Sicilia a Fiumicino e Malpensa che valgono quasi cinque milioni di passeggeri e sono molto ben presidiate da Ita (tra sei e otto frequenze giornaliere da ciasuno scalo siciliano per gli aeroporti continentali).
Ita, tuttavia, ha pochi aerei, soprattutto se deve diventare il polo mediterraneo del gruppo: ora ne sono 64 (e spesso ne vengono noleggiti per far fronte al traffico) e Lufthansa pensa di portarla a 91 entro il 2027 (che non è domani). È chiaro che i tedeschi vogliono essere cauti.
L’acquisizione di tutte le quote da parte di Lufthansa dipenderà poi dalla performance di Ita. «Non possiamo essere costretti a rilevare tutta la compagnia fino a quando tutti gli obiettivi non sono stati raggiunti, questo è stato un punto chiave nella trattativa».
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