Ilva, i commissari lasciano il tavolo: più vicino l’addio di ArcelorMittal

Ilva, i commissari lasciano il tavolo: più vicino l’addio di ArcelorMittal
Ilva, i commissari lasciano il tavolo: più vicino l’addio di ArcelorMittal
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Mercoledì 23 Settembre 2020, 21:33 - Ultimo aggiornamento: 22:06

I commissari Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupo spezzano l’ultimo filo di dialogo con ArcelorMittal per confezionare il rilancio della ex Ilva, aprendo la strada allo scontro giudiziario definitivo, in un contesto sociale molto acceso: a Taranto i sindacati stanno bloccando l’ingresso delle merci alla portineria C e ieri pomeriggio Stefano Patuanelli ha convocato i rappresentanti dei lavoratori sulla vertenza. A questo punto, quasi sicuramente i commissari vorranno escutere la garanzia data dalla controparte: sarà la goccia che farà traboccare il vaso togliendo il detonatore alla nuova lite giudiziaria che, salvo di scena, porterà a una svolta nell’acciaio italiano.
Ieri mattina a Milano, in un locale della Camera di commercio, la situazione è precipitata probabilmente in modo irreversibile, durante il terzo confronto nella procedura di mediazione davanti all’avvocato Stefania Pinto, incaricata di verificare la possibilità di un accordo tra le parti. Ad inizio della riunione, il legale della procedura straordinaria, Giuseppe Lombardi (studio BonelliErede), ha però fatto saltare il tavolo negoziale, respingendo le proposte avanzate dai consulenti (Giuseppe Scassellati, Ferdinando Emanuele dello studio Cleary Gottlieb) del colosso mondiale dell’acciaio.


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I pagamenti rifiutati


Al centro del contenzioso c’è il pagamento delle rate del canone di affitto dello stabilimento siderurgico da pagare anticipatamente: erano due, adesso sono tre da 22,25 milioni l’una. E si riferiscono ai canoni maggio-luglio, agosto-ottobre, novembre-gennaio 2021.

In occasione della precedente udienza di mediazione, Scassellati ed Emanuele avevano proposto di saldare i 44,5 milioni delle due rate, versando la metà cash subito e l’altra metà sempre in contante, in un secondo tempo, in una data da concordare. Durante la seduta di ieri, però, Lombardi avrebbe subito preso la parola interrompendo la procedura perché, a suo dire, da parte del debitore sarebbero state date generiche garanzie di pagamento e quindi i commissari ritengono che l’atteggiamento dilatorio dimostra che ArcelorMittal non intende adempiere all’obbligo di pagamento rendendo precarie le future strategie. 

Da parte dei legali del colosso dell’acciaio, invece, sarebbe stata manifestata la volontà di trovare soluzioni, allargando il pagamento anche alla rata novembre-gennaio. Sarebbe stato offerto di migliorare le modalità, saldando per intero i 22,2 milioni della prima rata e più della metà della seconda e parte della terza. Di fronte al muro alzato dai commissari, Arcelor avrebbe proposto ulteriori ritocchi migliorativi. Ma quando è emersa con evidenza inequivocabile la decisione di interrompere la procedura - i legali dei commissari avrebbero ripetuto quattro volte di respingere le proposte - la mediatrice ha dovuto prenderne atto dichiarando chiuso il procedimento. 
Ora il prossimo passo dovrebbe essere l’escussione della fidejussione di 90 milioni prestata da Intesa Sanpaolo nell’interesse di Arcelor. Di fronte a questa mossa aggressiva, peraltro attesa perché prevista dal contratto, Arcelor si dice pronto all’impugnativa davanti al tribunale di Milano. A quel punto ci sarebbe la violazione definitiva del contratto più volte modificato. Per Invitalia Kpmg sta concludendo la due diligence per entrare in ArcelorMittal Italy mentre Roberto Gualtieri ha detto di voler trovare altri pretendenti.

 
 


 

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