Una busta paga più “leggera” di quasi 200 euro ogni mese. Ecco cosa rischiano i no-vax a partire dal 15 ottobre, quando per il mondo del lavoro (sia nel settore pubblico che nel privato) scatterà ufficialmente l’obbligo di Green pass. E per i “duri e puri” contrari alla vaccinazione che per quella volta non si saranno ancora immunizzati il contraccolpo sarà soprattutto economico. Una vera e propria stangata, paragonabile a un sensibile taglio dello stipendio che altrimenti non si verificherebbe mai in condizioni normali. Il motivo? Il costo dei tamponi ripetuti grazie ai quali si possono ottenere i Green pass temporanei.
Green pass a lavoro, ecco quanto spenderanno i no-vax per i tamponi
Tempi duri in arrivo, per la quota di no-vax che resta ancora presente.
IL CALCOLO
Un lavoratore “normale”, cioè impegnato nei giorni feriali, dovrebbe sottoporsi a un tampone rapido ogni 48 ore. Il risultato è immediatamente desumibile. Basta un semplice calcolo. La volontà di non vaccinarsi e di continuare a lavorare. infatti, costringerà un lavoratore ad effettuare almeno tre test rapidi ogni settimana, per un totale di circa 180 euro al mese. Il costo dei tamponi molecolari è più alto, ma durano di più. A conti fatti la ricaduta economica sulle tasche del dipendente o del lavoratore autonomo è più o meno la stessa. Con la differenza - non da poco - che il tampone molecolare non sempre garantisce un esito istantaneo. Un bel problema per chi deve andare a lavorare e ha bisogno del Green pass sanitario per poter entrare in azienda.
La spesa raddoppia - ovviamente - se i no-vax in famiglia sono ad esempio due. In quel caso la ricaduta per il nucleo si avvicina ai 400 euro. Una bella “botta” mensile che si potrebbe tranquillamente evitare procedendo alla prenotazione del vaccino, che va ricordato è in forma assolutamente gratuita e garantisce il Green pass non per due giorni, ma per un anno intero.
LE BATTAGLIE
Nonostante ciò ci sono sindacati come la Cgil che ancora chiedono al governo la gratuità dei tamponi per i lavoratori no-vax. Un tema che però non sembra aver attecchito molto dalle parti di Palazzo Chigi. Diversa, poi, la situazione nelle varie aziende private. Ci sono realtà che hanno scelto di pagare i tamponi ai propri dipendenti, ma rappresentano una netta minoranza.
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