Cibi e alimenti che potrebbero mancare nei supermercati: dal pesce all'olio di girasole, gli effetti della guerra e dei rincari di carburante ed energia

Gli effetti della guerra e dei rincari: dall'olio di girasole al pesce, gli alimenti che potrebbero mancare nei supermercati
Gli effetti della guerra e dei rincari: dall'olio di girasole al pesce, gli alimenti che potrebbero mancare nei supermercati
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Venerdì 11 Marzo 2022, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 06:50

Per dei beni, come la benzina, il cui prezzo continuerà a salire, ce ne sono altri che invece potrebbero presto mancare. Colpa del conflitto tra Russia e Ucraina: le conseguenze saranno anche nel settore del cibo, con diversi prodotti che potrebbero sparire dai supermercati. Sia a causa delle materie prime che arrivano dai quei Paesi sia per il rincaro energetico e della benzina e le conseguenti proteste, anche dei trasportatori. Il settore sotto osservazione è quello dell'agroalimentare: secondo l'Assitol (Associazione italiana dell’industria olearia), le scorte di olio estratto dai semi di girasole potrebbero finire entro la fine del mese. Un problema che ricadrebbe su molti prodotti che vengono lavorati con l'olio di semi di girasole, tra cui biscotti, condimenti, conserve, sughi e in alcuni casi anche la pasta. Circa il 60% della produzione mondiale di olio di girasole arriva da Russia e Ucraina. Ora la chiusura di porti come quelli di Odessa e Mariupol ha ovviamente stoppato gli scambi con l'Europa.

Il problema cereali

Il 20% delle importazioni nell'Ue di grano, compresa l'Italia, arriva dall'Ucraina. Ma a riguardare il nostro Paese sarà in generale il problema cereali (tra cui anche il mais) che così rischierebbero di non arrivare più. E con loro anche segale, miglio, sale, zucchero e carne che non potranno uscire più dall'Ucraina fino alla fine del 2022, secondo Reuters.

Per questi ultimi però le conseguenze sarebbero diverse, cioè l'aumento dei prezzi delle scorte disponibili e solo in un secondo momento l'esaurimento. Specialmente se non si dovessero trovare Paesi in grado di esportarne altrettanto. 

I rischi, secondo Alleanza Coop, si potrebbero ripercuotere anche su altri prodotti. «Siamo nelle settimane cruciali per la programmazione della coltura del pomodoro da industria e il rischio è che molti produttori possano scegliere di puntare su altri prodotti come mais, sorgo, girasole e soia, che andranno seminati a breve e che erano, fino a oggi, oggetto di importanti flussi in ingresso da Russia, Ucraina e Ungheria. Tali coltivazioni potranno da ora in poi risultare particolarmente interessanti per gli alti prezzi raggiunti. Il rischio di un radicale cambiamento nelle scelte produttive è reale».

L'allarme di Coldiretti

Coldiretti intanto lancia l'allarme: «L'esplosione dei costi e la crisi delle forniture di mangimi dall'estero sta costringendo gli allevatori toscani ad iniziare a razionare l'alimentazione. Negli allevamenti bovini, per esempio, si sostituirà la farina con il fieno perché il mais inizia a scarseggiare e ha toccato prezzi folli. Siamo di fronte al rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame».

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La corsa nei supermercati

Così per molti prodotti è già cominciata la corsa nei supermercati per fare le scorte a buon prezzo. Coop Firenze ha raccontato di «diversi episodi di accaparramento» che si sono verificati nei suoi punti vendita, tale da imporrre «un limite all'acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero, prodotti di largo consumo quotidiano, pur sottolineando che al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza di prodotti nei suoi supermercati». Ma l'isteria da acquisti è arrivata in tutta Italia: a Treviso sono stati segnalati punti vendita in cui già manca l'olio di girasole, in Sardegna un audio-truffa segnalava possibili carenze di scorte di cibo per 15 giorni dovute a uno sciopero. 

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Se è vero che la situazione nei supermercati è sotto controllo, lo è altrettanto che da lunedì 14 marzo diverse associazioni a tutela degli autotrasportatori hanno in programma di scioperare contro il vertiginoso caro carburanti, rendendo difficile il viaggio dei prodotti verso i punti vendita. Come spiega Coldiretti l'85% delle merci in Italia viaggia su strada grazie ai camion. Senza dimenticare il problema dell'energia: il comparto alimentare, sottolinea Coldiretti, richiede «ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro». Anche l'energia elettrica sta attraversando forti rincari.

Il pesce

Sul fronte pesce, da alcuni giorni i pescherecci di diverse marine italiane sono fermi: anche loro protestano per l'aumento dei prezzi dei carburanti. Il pesce italiano potrebbe quindi diminuire nelle pescherie e nei supermercati. Per questo sono attese le mosse del governo con il piano di Draghi per far fronte all'emergenza.

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