Governo: Renzi-Conte "grande freddo" e CdM di fuoco

Governo: Renzi-Conte "grande freddo" e CdM di fuoco
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Martedì 12 Gennaio 2021, 20:30
(Teleborsa) - Una crisi nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia: uno scenario tutt'altro che rassicurante che però potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore. Il condizionale è d'obbligo visto che la partita - delicatissima - al momento è tutta dialettica con il leader di IV Matteo Renzi in pressing da giorni sul Presidente del Consiglio Conte che prova a resistere.

Terreno dello scontro il CdM in programma stasera alle 21.30 per dare l'ok al Recovery Plan pronto a trasformarsi in una sorta di resa dei conti finale mentre nel pomeriggio i due "duellanti" si sono inviati messaggi neanche troppo sibillini.


Prima è arrivata la controffensiva da Palazzo Chigi che ha fatto sapere che "se il leader di IV Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di Governo in piena pandemia, per il Presidente Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di IV".

Pochi minuti dopo, non si è fatta attendere la "replica": "A differenza di ciò che raccontano a reti unificate i cantori del pensiero unico, non c'è nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama Politica: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull'educazione, sull'innovazione". E "se non ci sono risorse sufficienti nel piano pandemico nazionale prendiamo il Mes", ha scritto Renzi nella sua enews. Nel mezzo, la mediazione di PD e M5s che "blindano" il Premier.

CHE POTREBBE SUCCEDERE IN CDM? - Non è escluso, dunque, che il Recovery plan venga "messo in salvo" in Consiglio dei ministri, con Teresa Bellanova ed Elena Bonetti pronte ad aprire formalmente la crisi di Governo il minuto dopo, presentando le loro dimissioni.

A gettare acqua sul fuoco, intanto, ci ha pensato anche il Ministro dell'Economia Gualtieri. "Nei prossimi giorni, forse già giovedì, faremo il Consiglio dei ministri per chiedere l'autorizzazione del Parlamento a un nuovo scostamento. Atto che, naturalmente, richiede un Governo nella pienezza delle sue funzioni, che non è compatibile con una crisi di Governo". Ha risposto così a Radio popolare di Milano a una domanda sull'iter per il nuovo decreto ristori.

"Poi, mentre il Parlamento voterà auspicabilmente questo scostamento, predisporremo quanto abbiamo già iniziato a fare, per arrivare dopo il voto alla sua approvazione", ha aggiunto.

Si lavora per "rilanciare l'azione di Governo anche perchè francamente nel pieno di una pandemia una crisi sarebbe davvero incomprensibile e pericolosa", ha sottolineando parlando del lavoro che ha portato alla stesura del Piano nazionale di ripresa e resilienza che andrà stasera in CdM. "Dopo l'approvazione del piano che mi aspetto da parte del Consiglio dei ministri adesso c'è da approvare la governance, è il prossimo adempimento necessario - ha detto - Penso che vada fatto rapidamente e allo stesso tempo sulla base del metodo che abbiamo seguito per la revisione del piano e cioè il metodo di ascolto e di condivisione".
"E' importante in tempi rapidi definire la struttura di governance che sarà responsabile della attuazione del piano. Quindi c'è molto da lavorare nei prossimi giorni" ha proseguito.

Secondo Gualtieri "noi non possiamo permetterci di limitare la capacità di azione del Governo e la capacità di prendere misure straordinarie, penso anche al prossimo scostamento di bilancio. Siamo nel pieno di una pandemia e credo che i cittadini si aspettino un Governo che governa e fa le cose necessarie". Una crisi, ha concluso, sarebbe "uno scenario negativo che l'Italia non può permettersi".

Fonti qualificate renziane, però, hanno fatto sapere che domani Renzi parlerà in conferenza stampa. "Se il presidente del Consiglio ha preso questa linea - ha detto al Senato - evidentemente è convinto di avere i numeri e va bene così, si chiama democrazia parlamentare e noi si va all'opposizione". Parole che, di certo, non fanno pensare ad una tregua. Ma in politica, si diceva una volta, "mai dire mai".
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